Il Covid-19 ha portato, insieme alla malattia, anche un lungo strascico di problemi di natura socio-economica: dalla perdita del lavoro alla solitudine, dal collasso della prevenzione sanitaria all’interruzione dei sistemi dell’istruzione. Allo stesso tempo, la pandemia ha dimostrato in modo ancora più evidente quanto la nostra impronta sull’ambiente e sul pianeta possa generare effetti a catena disastrosi per l’uomo e per l’intero ecosistema.
La pandemia ha aggravato le diseguaglianze, ha esacerbato le povertà e ne ha create di nuove. Accanto a una inedita crisi sanitaria, ha generato una diffusa situazione di povertà educativa con la più grande interruzione mondiale dei cicli scolastici nella storia dell’ultimo secolo; ha rimarcato le differenze di genere; ha messo in discussione tanti diritti: dalla cura all’eguaglianza di genere, all’istruzione, al lavoro. Non ultimo, ha evidenziato in modo drammatico l’impatto del nostro stile di vita sull’ambiente. “Questa pandemia lascerà a lungo dietro di sé una scia di nuovi e vecchi bisogni a cui rispondere – spiega Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e Presidente della Lega del Filo d’Oro – ma per farlo, serve il supporto di ciascuno di noi, serve una sorta di vaccino contro l’indifferenza, per stimolare gli anticorpi della generosità e dell’altruismo“.
Un vaccino contro l’indifferenza
Secondo il Comitato Testamento Solidale, coordinamento di 23 tra le più importanti organizzazioni non profit in Italia di cui anche il nostro Ateneo fa parte, a fronte delle tante crisi che la pandemia ha aperto anche sul fronte sociale, economico, culturale e ambientale, esiste quindi un vaccino di straordinaria efficacia e con nessuna controindicazione: la solidarietà.
Il testamento solidale è un importante componente di questo “vaccino contro l’indifferenza”, perché è una risposta altruistica che guarda al bene di chi resta. Soprattutto, è un gesto alla portata di tutti, perché anche con piccole somme o beni si può contribuire a portare sollievo dove c’è una sofferenza o un bisogno, senza ledere in alcun modo gli interessi di eventuali legittimi eredi.
Nessuno perde. Tutti vincono! Questo lo slogan di Bicinrosa, pedalata solidale per le vie del centro storico di Roma proposta in concomitanza con #Vialibera di Roma Capitale.
Nemmeno la pioggia ha fermato Bicinrosa, pedalata solidale per le vie del centro storico di Roma promossa dalla Breast Unit del nostro Policlinico Universitario. Proposta quest’anno domenica 22 settembre, in concomitanza con la Rome Half Marathon Via Pacis, ha sensibilizzato le donne e la popolazione in generale sull’importanza della prevenzione e della cura del tumore al seno, grazie alla partecipazione di decine di persone che, nonostante la pioggia, hanno scelto di scendere in campo – anzi, in strada – contro questa patologia.
La manifestazione sportiva amatoriale, partita dapiazza Pia, in via della Conciliazione, e terminata in piazza della Chiesa Nuova (4.6 i chilometri percorsi da ciascun partecipante), è stata organizzata in collaborazione con l’Associazione Amici dell’Università Campus Bio-Medico di Roma Onlus e la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, con il supporto tecnico organizzativo dei volontari Bicinrosa, di Europe Direct Roma Innovazione e di ASD Ciclismo Lazio.
Nessuno perde. Tutti vincono! Con questo slogan sono stati raccolti 1.405 euro, somma che sosterrà i progetti di ricerca promossi dalla nostra Breast Unit.
Nessuno perde. Tutti vincono! Questo lo slogan di Bicinrosa, pedalata solidale per le vie del centro storico di Roma promossa in concomitanza con la Rome Half Marathon Via Pacisdalla Breast Unit del Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, in collaborazione con l’Associazione Amici dell’Università Campus Bio-Medico di Roma Onlus e la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, con il supporto tecnico organizzativo dei volontari Bicinrosa, di Europe Direct Roma Innovazione e di ASD Ciclismo Lazio.
Bicinrosa è una manifestazione sportiva amatoriale che mira a sensibilizzare le donne e la popolazione in generale sull’importanza della prevenzione e della cura del tumore al seno. La pedalata partirà daPiazza Pia – Via della Conciliazione alle ore 9.40 e terminerà in piazza della Chiesa Nuova alle 11, per circa 4.600 km.
“Ho perso mio padre quando ero piccola e lui nemmeno quarantenne. Il cancro ha sconvolto la vita di tutta la mia famiglia. Per questo, quando mi hanno chiesto di prendere parte all’evento, non ho esitato nemmeno un attimo”. Ilaria Tarquini, ancora giovanissima, è una degli otto professionisti che giovedì 23 maggio, all’interno dell’Accademia L’Oréal a Roma, hanno donato il proprio tempo e le proprie competenze a favore delle pazienti oncologiche. Una piega contro il cancro al seno: questa l’idea alla base dell’evento solidale che – secondo le partecipanti – “ha saputo coinvolgere e sensibilizzare su un tema serio in modo però leggero”.
Innamorata di vita, progetto dei Rotary e Rotaract Club di Roma
Egizia Staff, Federico Faragalli, Orazio Anelli, Monica Marchetti, Revolution, Riggi e Riggi, Saccucci Masterclass, Vasco e Roby. Questi i saloni del mondo L’Oréal e Kerastase che hanno aderito all’iniziativa Innamorata di vita, promossa a due passi da piazza di Spagna dai Rotary Club Roma Giulio Cesare, Roma Appia Antica, Roma Tevere e Roma Sud Est, insieme ai Rotaract Club degli studenti dell’Università Luiss Guido Carli, Roma Olgiata Tevere e Palatino, in collaborazione con l’Associazione Amici dell’Università Campus Bio-Medico di Roma Onlus.
Un pomeriggio che rientra in un progetto più ampio dedicato alla prevenzione e alla lotta contro il tumore al seno, con una particolare attenzione al diritto alla bellezza delle pazienti oncologiche. Protagonisti quindi i capelli e la loro cura, grazie alla generosità dei professionisti L’Oréal e Kerastase che hanno pettinato una cinquantina di donne partecipanti all’iniziativa.
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Un gesto di solidarietà a favore delle pazienti oncologiche
I fondi raccolti grazie alle pieghe solidali sosterranno ora la Banca della parrucca, per offrire parrucche e copricapo alle donne in difficoltà economica; garantiranno screening gratuiti di prevenzione del tumore al seno, presso l’Unità Operativa di Senologia del nostro Policlinico Universitario; contribuiranno a coprire i costi del test Prosigna, in Italia non ancora rimborsabile dal Servizio Sanitario Nazionale.
Quello che solitamente è per eccellenza un momento di ricerca del proprio benessere personale si è trasformato così – anche solo per qualche ora – in un gesto di generosità capace di custodire la bellezza di altre donne.
Un pomeriggio insieme ai parrucchieri professionisti del mondo L’Oréal e Kérastase per sostenere il progetto Innamorata di vita. Con un donativo di 15 euro, la tua piega contribuirà all’acquisto di parrucche e kit di screening per attività gratuite di prevenzione del tumore al seno.
Per informazioni e prenotazioni, scrivi a questo indirizzo e attendi l’e-mail di conferma.
Un convegno sul passato, presente e futuro del primo e unico centro senologico multidisciplinare della Palestina, nato grazie alla collaborazione tra l’Agenzia Italiana della cooperazione allo sviluppo, Elis Ong e l’Università Campus Bio-Medico di Roma.
È la prima Breast Unit in tutta la Palestina, e parla italiano. È stata presentata a Beit Jala (Betlemme) domenica 9 dicembre e potrà seguire almeno 150 pazienti l’anno, pari a circa il 40 per cento di tutti i casi di tumore al seno del Paese.
Il primo e unico centro senologico multidisciplinare palestinese è nato grazie alla collaborazione tra l’Ufficio di Gerusalemme dell’AICS – Agenzia Italiana della cooperazione allo sviluppo, Elis Ong – che ha elaborato il progetto – e l’Università Campus Bio-Medico di Roma, che ha fornito i suoi medici e l’esperienza della Breast Unit attiva presso il proprio Policlinico Universitario. Grazie a loro, la senologia palestinese è ora al livello delle Breast Unit europee, volute dall’UE sin dal 2003.
300 screening diagnostici in due mesi
Il progetto, pensato insieme al Ministero della Sanità del governo palestinese, ha previsto la formazione di professionisti locali attraverso training sia in loco che a Roma, presso il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico. “Abbiamo aderito molto volentieri a questo progetto – ha dichiarato Davide Lottieri, vicepresidente di UCBM. “Da tanti anni stiamo costruendo legami con altri Paesi e con strutture universitarie in tutto il mondo per arricchire i nostri studenti e cooperare insieme agli altri”.
Il reparto dell’ospedale di Beit Jala, recentemente ristrutturato e adattato, può contare oggi su un ecografo, un mammografo con tomosintesi e sistemi informatici. Grazie ad essi, l’equipe multidisciplinare formata da oncologi, senologi, chirurghi plastici e infermieri ha già effettuato 300 screening diagnostici nei primi due mesi di attività. 26 le donne che hanno scoperto di avere un cancro al seno in fase precoce: per loro la Breast Unit è intervenuta tempestivamente, facendo al tempo stesso risparmiare alla sanità palestinese l’equivalente di oltre 200 mila dollari per le sole indagini diagnostiche.
Solo un primo passo a favore delle donne palestinesi
Prima dell’apertura di questa Unità, le donne palestinesi che desideravano effettuare screening oncologici dovevano aspettare da 4 a 6 mesi, ovvero un lasso di tempo in cui le condizioni di salute possono aggravarsi seriamente. Erano costrette a recarsi in Giordania o in Israele, con trasferte che potevano durare anche mesi.
“È stato un percorso scientifico e umano molto ricco, che ha permesso di colmare un vuoto molto importante nella sanità palestinese – spiega Vittorio Altomare, responsabile della Breast Unit romana e direttore scientifico del progetto. “I medici e gli infermieri palestinesi hanno accolto con entusiasmo l’impostazione multidisciplinare delle Breast Unit europee. Noi continueremo a esser loro vicini per accrescere questo patrimonio e portare il loro tasso di guarigione ai livelli delle donne europee. Nei prossimi mesi infatti apriremo un reparto di ricovero dedicato alle donne, daremo il via all’utilizzo della tecnica a ultrasuoni intraoperatoria per la chirurgia oncoplastica, acquisiremo una nuova tecnica per l’individuazione del linfonodo sentinella. Insieme daremo vita a uno studio scientifico e infine, nel marzo 2019, terremo il secondo convegno congiunto italo-palestinese presso la sede di UCBM”.
“La Breast Unit ha portato un grande cambiamento nel nostro Paese – ha spiegato Nida Khalil, tecnica di radiologia e operatrice della Breast Unit di Beit Jala. “Appena una donna sospetta un problema al seno, noi oggi possiamo effettuare una biopsia, conoscere lo stadio della malattia e sapere come curarla. Sono andata personalmente nei mercati e per le strade e ho invitato le donne a utilizzare il nostro centro per fare prevenzione e curarsi”.
Acquista le clementine solidali e sostieni lo sviluppo di nuove tecniche mininvasive contro il tumore al pancreas.
Un corso di alta formazione rivolto agli estetisti per diventare beauty recovery specialist, ovvero professionisti che agiscono nella fase di recupero della morfologia estetica del paziente – dopo interventi chirurgici particolarmente traumatici – come supporto anche psicologico della persona con patologie debilitanti.
Il percorso formativo, promosso dall’Unità di Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica del nostro Policlinico Universitario, partirà il 14 dicembre e si inserisce in una serie di iniziative che valorizzano l’importanza della cura della bellezza come strumento terapeutico nelle pazienti. Perché non solo con i medicinali e gli interventi chirurgici, ma anche con il trucco è possibile “curare”.
Curare con la cosmesi, missione possibile
Accenni antropologici della cura estetica, cosmeceutica e cosmetologia, dermatologia e psicologia, ma anche dispositivi bio-medicali e dermopigmentazione, tricocosmeceutica e trucco camouflage. Di questo e non solo si parlerà durante il programma formativo, articolato in 10 diversi moduli tematici, con l’obiettivo di rendere gli estetisti capaci di individuare i trattamenti specifici funzionali alle esigenze di ogni singolo paziente.
Un percorso altamente professionalizzante garantito dalla competenza dei docenti, tutti medici del nostro Policlinico Universitario ed esperti del settore.
Una sfida accolta dalle aziende
Due le aziende che, ad oggi, hanno accettato la sfida lanciata da UCBM. Si tratta di Ripar Cosmetici, partner tecnico del corso, e di Tricostarc, studio tricologico che offre soluzioni innovative a chi soffre di calvizie dermatologica o oncologica. Ma tante altre aziende possono accogliere l’invito di UCBM e diventare partner di quest’iniziativa a favore delle donne e di un approccio terapeutico che metta al centro il loro benessere psicofisico.
Perché sempre più estetisti possano avere accesso al corso, è inoltre possibile garantire loro borse di studio a copertura totale o parziale.