News 6 Mar 2018

Emozioni al Sistina con “Un respiro per la vita”

Una serata di raccolta fondi per sostenere le prossime edizioni del programma di prevenzione che dal 2011 ha già salvato la vita a 45 persone, sottoponendone oltre 2.500 a screening gratuito.

“La vita è come un respiro: un momento, e tutto può cambiare all’improvviso. Adesso sono qui e lo posso raccontare. Voglio gridare al mondo quanto sia importante la prevenzione e dire grazie a un Respiro per la Vita”. La testimonianza di Anna, 61 anni, salva grazie al programma di screening del tumore al polmone condotto dal nostro Policlinico Universitario, ha raggiunto i 1.200 spettatori che al Teatro Sistina di Roma hanno assistito lo scorso 3 maggio allo spettacolo Un Respiro per la Vita.

La testimonianza di Anna non è stata l’unica. Nella sua lettera Lucio, 63 anni, ha ricordato le parole del prof. Pierfilippo Crucitti, responsabile dell’Unità di Chirurgia Toracica, dopo l’intervento: “‘Lei è un uomo fortunato’, mi ha detto. Ho pensato: ‘Ma come? Ho un tumore al polmone e la chiami fortuna?’ Ma aveva ragione. Il tumore era al primo stadio, è stato preso in tempo. Adesso sto bene”.

Tanti volti noti per la diagnosi precoce

A sostenere l’intera serata, organizzata da UCBM in collaborazione con l’Associazione Amici dell’Università Campus Bio-Medico Onlus, tanti ospiti sul palco: accanto a Pippo Baudo e Lorella Cuccarini, che hanno condotto il charity show, Rita Dalla Chiesa, madrina dell’evento, Vittoria Belvedere, Giorgio Borghetti e Maria Grazia Cucinotta, che hanno dato voce alle lettere dei pazienti. E ancora Al Bano, Gigi D’Alessio, Anna Tatangelo, Peppino Di Capri, Gabriella Germani, Edoardo Vianello, Remo Pannain, Opera Pop, la Banda Musicale della Polizia di Stato e i calciatori Kōstas Manolas e Kevin Strootman.

“Nel tumore al polmone – ha ricordato Crucitti – la diagnosi precoce è tutto. Permette la sopravvivenza in circa il 90% dei casi”. Gli hanno fatto eco le parole di Luciana, 57 anni: “Anche un semplice sguardo può essere di grande aiuto per affrontare quell’orribile mostro che è la malattia”.

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