Musica in campo è il titolo del momento musicale proposto da Giusi Ledda e Maria Teresa Palermo (flauto) insieme a Patrizia Zenga (voce narrante) a sostegno dei nostri progetti di musicoterapia. Per l’occasione, dopo l’introduzione a cura della prof.ssa Rossana Alloni, direttore clinico del nostro Policlinico Universitario, le tre artiste daranno vita a Il flauto magico di Mozart.

L’ingresso è libero, è gradita la prenotazione: +39 06 5034233.

 

Lo stato naturale, questo il titolo del concerto proposto da Stefano Scartocci (pianoforte) e Giovanni Imparato (voce e percussioni) a sostegno dei progetti di musicoterapia del nostro Policlinico Universitario.

L’ingresso è libero.

Orizzonti trasversali, questo il titolo del concerto proposto da Alfredo Rizzi (pianoforte) ed Enzo Grimaldi (fisarmonica). La serata sarà preceduta da una breve presentazione del progetto di musicoterapia del nostro Policlinico Universitario, a cura della musicista e musicoterapista Maria Teresa Palermo, per sensibilizzare il pubblico riguardo le potenzialità della musica nell’approccio integrato alle cure cliniche tradizionali.

Nel corso dell’evento interverrà anche il poeta Maurizio Filippelli, che leggerà alcune sue liriche.

Dato il limitato numero di posti, per partecipare alla serata è consigliabile prenotarsi: tel. +39 06 6879419 – dalle ore 16 in poi, cell. +39 333 8568464, info@arciliuto.it.

Ingresso intero 15 euro, ingresso ridotto 12 euro.

È la prima Breast Unit in tutta la Palestina, e parla italiano. È stata presentata a Beit Jala (Betlemme) domenica 9 dicembre e potrà seguire almeno 150 pazienti l’anno, pari a circa il 40 per cento di tutti i casi di tumore al seno del Paese.

Il primo e unico centro senologico multidisciplinare palestinese è nato grazie alla collaborazione tra l’Ufficio di Gerusalemme dell’AICS – Agenzia Italiana della cooperazione allo sviluppo, Elis Ong – che ha elaborato il progetto – e l’Università Campus Bio-Medico di Roma, che ha fornito i suoi medici e l’esperienza della Breast Unit attiva presso il proprio Policlinico Universitario. Grazie a loro, la senologia palestinese è ora al livello delle Breast Unit europee, volute dall’UE sin dal 2003.

300 screening diagnostici in due mesi

Il progetto, pensato insieme al Ministero della Sanità del governo palestinese, ha previsto la formazione di professionisti locali attraverso training sia in loco che a Roma, presso il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico. “Abbiamo aderito molto volentieri a questo progetto – ha dichiarato Davide Lottieri, vicepresidente di UCBM. “Da tanti anni stiamo costruendo legami con altri Paesi e con strutture universitarie in tutto il mondo per arricchire i nostri studenti e cooperare insieme agli altri”.

Il reparto dell’ospedale di Beit Jala, recentemente ristrutturato e adattato, può contare oggi su un ecografo, un mammografo con tomosintesi e sistemi informatici. Grazie ad essi, l’equipe multidisciplinare formata da oncologi, senologi, chirurghi plastici e infermieri ha già effettuato 300 screening diagnostici nei primi due mesi di attività. 26 le donne che hanno scoperto di avere un cancro al seno in fase precoce: per loro la Breast Unit è intervenuta tempestivamente, facendo al tempo stesso risparmiare alla sanità palestinese l’equivalente di oltre 200 mila dollari per le sole indagini diagnostiche.

Solo un primo passo a favore delle donne palestinesi

Prima dell’apertura di questa Unità, le donne palestinesi che desideravano effettuare screening oncologici dovevano aspettare da 4 a 6 mesi, ovvero un lasso di tempo in cui le condizioni di salute possono aggravarsi seriamente. Erano costrette a recarsi in Giordania o in Israele, con trasferte che potevano durare anche mesi.

È stato un percorso scientifico e umano molto ricco, che ha permesso di colmare un vuoto molto importante nella sanità palestinese – spiega Vittorio Altomare, responsabile della Breast Unit romana e direttore scientifico del progetto. “I medici e gli infermieri palestinesi hanno accolto con entusiasmo l’impostazione multidisciplinare delle Breast Unit europee. Noi continueremo a esser loro vicini per accrescere questo patrimonio e portare il loro tasso di guarigione ai livelli delle donne europee. Nei prossimi mesi infatti apriremo un reparto di ricovero dedicato alle donne, daremo il via all’utilizzo della tecnica a ultrasuoni intraoperatoria per la chirurgia oncoplastica, acquisiremo una nuova tecnica per l’individuazione del linfonodo sentinella. Insieme daremo vita a uno studio scientifico e infine, nel marzo 2019, terremo il secondo convegno congiunto italo-palestinese presso la sede di UCBM”.

“La Breast Unit ha portato un grande cambiamento nel nostro Paese – ha spiegato Nida Khaliltecnica di radiologia e operatrice della Breast Unit di Beit Jala. “Appena una donna sospetta un problema al seno, noi oggi possiamo effettuare una biopsia, conoscere lo stadio della malattia e sapere come curarla. Sono andata personalmente nei mercati e per le strade e ho invitato le donne a utilizzare il nostro centro per fare prevenzione e curarsi”.

Lo stato naturale, questo il titolo del concerto proposto da Stefano Scartocci (pianoforte) e Giovanni Imparato (voce e percussioni) a sostegno dei progetti di musicoterapia.

Grazie di cuore a tutti Voi!

Desidero ringraziare pubblicamente il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, in particolare lo staff sanitario dei Reparti di Cardiologia e Cardiochirurgia e il dr. Lusini che, lo scorso settembre, ha praticato a mio marito un triplice bypass aortocoronarico, salvandogli letteralmente la vita.

Comincio dall’inizio, cioè da circa una settimana prima dell’intervento, quando mio marito si è sottoposto di sua iniziativa a un test da sforzo per accertare la reale causa dell’affanno che lo affliggeva da tempo. Da quel momento, il personale sanitario non ha perso un attimo. Appurato che la causa poteva risiedere in un problema coronarico, dopo pochissimi giorni mio marito è stato ricoverato per praticare la coronarografia, quindi, dopo tre giorni esatti, veniva sottoposto all’intervento di bypass. In realtà il rischio era tale che mio marito avrebbe potuto morire, senza alcuna esagerazione, da un momento all’altro. È quanto mi ha comunicato l’ottimo dr. Lusini all’uscita della sala operatoria, dicendomelo con tatto, sorridendo, con una straordinaria empatia nei confronti della mia sofferenza, dandomi coraggio perché l’intervento – serio e importante – sarebbe sicuramente andato bene. Ed è stato così.

Che dire poi della struttura sempre pulitissima, del personale sempre disponibile e pronto a fornire aiuto e informazioni con pazienza e diligenza, delle regole rispettate con rigore e serietà – dal divieto di portare cibo agli ammalati all’alternarsi dei visitatori al loro capezzale, per non arrecare disturbo e favorire l’azione del personale sanitario. Tutto ciò è indice di grandissimo senso di civiltà e di religioso rispetto, raro a vedersi, nei confronti dell’umanità sofferente.

Oggi mio marito Corrado sta bene grazie alle cure tempestive del vostro personale sanitario.

Per noi che abbiamo vissuto questa storia a lieto fine, il Policlinico Universitario Campus Bio-Medico è un essenziale punto di riferimento che consigliamo a tutti, indistintamente.

Quindi, grazie di cuore a tutti Voi!

Maria Assunta Impagliazzo con Corrado Lunetta

Acquista le clementine solidali e sostieni lo sviluppo di nuove tecniche mininvasive contro il tumore al pancreas.

L’iniziativa è promossa dall’Associazione Amici dell’Università Campus Bio-Medico di Roma Onlus a favore dell’Unità di Endoscopia del nostro Policlinico Universitario, in collaborazione con Animo Calabria Onlus e con il sostegno di Sport City.

Un corso di alta formazione rivolto agli estetisti per diventare beauty recovery specialist, ovvero professionisti che agiscono nella fase di recupero della morfologia estetica del paziente – dopo interventi chirurgici particolarmente traumatici – come supporto anche psicologico della persona con patologie debilitanti.

Il percorso formativo, promosso dall’Unità di Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica del nostro Policlinico Universitario, partirà il 14 dicembre e si inserisce in una serie di iniziative che valorizzano l’importanza della cura della bellezza come strumento terapeutico nelle pazienti. Perché non solo con i medicinali e gli interventi chirurgici, ma anche con il trucco è possibile “curare”.

Curare con la cosmesi, missione possibile

Accenni antropologici della cura estetica, cosmeceutica e cosmetologia, dermatologia e psicologia, ma anche dispositivi bio-medicali e dermopigmentazione, tricocosmeceutica e trucco camouflage. Di questo e non solo si parlerà durante il programma formativo, articolato in 10 diversi moduli tematici, con l’obiettivo di rendere gli estetisti capaci di individuare i trattamenti specifici funzionali alle esigenze di ogni singolo paziente.

Un percorso altamente professionalizzante garantito dalla competenza dei docenti, tutti medici del nostro Policlinico Universitario ed esperti del settore.

Una sfida accolta dalle aziende

Due le aziende che, ad oggi, hanno accettato la sfida lanciata da UCBM. Si tratta di Ripar Cosmetici, partner tecnico del corso, e di Tricostarc, studio tricologico che offre soluzioni innovative a chi soffre di calvizie dermatologica o oncologica. Ma tante altre aziende possono accogliere l’invito di UCBM e diventare partner di quest’iniziativa a favore delle donne e di un approccio terapeutico che metta al centro il loro benessere psicofisico.

Perché sempre più estetisti possano avere accesso al corso, è inoltre possibile garantire loro borse di studio a copertura totale o parziale.

 

Accetta la sfida

Nonostante il grigio dell’autunno incombesse sulla Capitale, il 28 ottobre Roma si è tinta di rosa. Quello delle biciclette che hanno pedalato a favore della prevenzione e della cura del cancro al seno, per sconfiggere quello che ancora oggi è il tumore più diffuso tra le donne, con oltre 50 mila nuovi casi in Italia nel 2017.

Bicinrosa, pedalata solidale promossa nell’ambito di Ottobre rosa della Breast Unit del nostro Policlinico Universitario, è stata organizzata anche in questa sua seconda edizione in collaborazione con l’Associazione Amici dell’Università Campus Bio-Medico di Roma Onlus e la Rappresentanza in Italia della Commissione europea, e con il supporto tecnico-organizzativo di Europe Direct Roma Innovazione e di Asd Ciclismo Lazio. I fondi raccolti tramite sottoscrizioni e donazioni saranno devoluti proprio alla Breast Unit per sostenere la ricerca.

Fare sport allontana il cancro al seno

Un evento che – con il patrocinio di Regione Lazio, Comune di Roma e Europa Donna – ha saputo sconfiggere la pioggia per vincere la battaglia contro il carcinoma alla mammella, richiamando l’attenzione sull’importanza dello sport e di un’alimentazione sana per la prevenzione di questa patologia.

Percorso accorciato per la pedalata di quest’anno, ma Giacomo Nizzolo, testimonial dell’evento, non ha voluto mancare. Il corridore professionista, campione d’Italia nel 2016 e vincitore di due classifiche a punti del Giro d’Italia, ha applaudito “tutti coloro che non si sono scoraggiati nonostante il cattivo tempo. Le persone che lottano contro il tumore al seno sono un esempio – ha aggiunto lo sportivo. “La bici fa bene – ha infine concluso – è il mezzo perfetto per la prevenzione del tumore”. Anche Beatrice Covassi, capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, ha voluto pedalare insieme ai presenti.

L’appuntamento è ora per la terza edizione di Bicinrosa, prevista nell’ottobre 2019. Per continuare a salire in sella contro il tumore al seno, sempre secondo lo slogan “Nessuno perde. Tutti vincono”.

Dopo Noemi, un’altra giovane donna ha deciso di donare i propri capelli alla Banca della parrucca, progetto che da alcuni mesi supporta le pazienti oncologiche del nostro Policlinico Universitario. Si chiama Damiana Morea, ha 25 anni e studia Infermieristica presso il nostro Ateneo.

La giovane studentessa ha scoperto la Banca della parrucca lavorando su un progetto di tesi focalizzato proprio all’oncologia: “Presa dalla scrittura della mia tesi dedicata alle pazienti oncologiche – racconta – sono venuta a conoscenza del progetto e ho deciso di contribuire anch’io, nel mio piccolo, a regalare un sorriso alle pazienti, donando loro i miei capelli”.

Una tesi sull’importanza della bellezza per le pazienti oncologiche

La tesi di Damiana è “uno studio osservazionale riguardante l’importanza dell’immagine di sé nella donna con carcinoma mammario“, un progetto quindi perfettamente in linea con l’obiettivo della Banca della parrucca, nata per mettere a disposizione delle pazienti oncologiche copricapo, parrucche e consulenze estetiche personalizzate. Spiega Damiana: “Sottoporró alla paziente un questionario per valutare le conoscenze circa le banche della parrucca, il tatuaggio paramedicale e i centri estetici oncologici. Fornirò inoltre un opuscolo informativo che illustra i benefici di questi ultimi”. Ma il suo studio non finisce qui: “A distanza di sei mesi, sottoporró un secondo questionario per valutare i benefici ricevuti dalle pazienti”.

Chissà che i capelli donati da Damiana non vadano proprio a sostenere le stesse pazienti che coinvolgerà attraverso la sua tesi. Intanto, è davvero semplice donare i propri capelli e moltiplicare così il suo gesto.

 

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