Enjoy for humanity è l’iniziativa di Enjoy Sporting Club per sostenere il nuovo Pronto Soccorso del nostro Policlinico Universitario. Tante le iniziative; ecco il programma del quarto weekend.
Sabato 3 ottobre
- ore 10.30 – Step for humanity con Gil Lopes
Domenica 4 ottobre
- ore 10.00 – Challenge force man for humanity
Quota di partecipazione: 10 euro.
Il ricavato dell’iniziativa sarà devoluto al nostro nuovo Pronto Soccorso.
Per informazioni: +39 349 5769682
Enjoy for humanity è l’iniziativa di Enjoy Sporting Club per sostenere il nuovo Pronto Soccorso del nostro Policlinico Universitario. Tante le iniziative; ecco il programma del terzo weekend.
Sabato 26 settembre
Domenica 27 settembre
Quota di partecipazione: 10 euro zumba e group cycling, 20 euro tennis.
Il ricavato dell’iniziativa sarà devoluto al nostro nuovo Pronto Soccorso.
Per informazioni: +39 349 5769682
Enjoy for humanity è l’iniziativa di Enjoy Sporting Club per sostenere il nuovo Pronto Soccorso del nostro Policlinico Universitario. Tante le iniziative; ecco il programma del secondo weekend.
Sabato 19 settembre
Domenica 20 settembre
Quota di partecipazione 10 euro.
Il ricavato dell’iniziativa sarà devoluto al nostro nuovo Pronto Soccorso.
Per informazioni: +39 349 5769682
Enjoy for humanity è l’iniziativa di Enjoy Sporting Club per sostenere il nuovo Pronto Soccorso del nostro Policlinico Universitario. Tante le iniziative; ecco il programma del primo weekend.
Sabato 12 settembre
- trofeo water polo (adulti e bambini)
- inaugurazione padel con torneo misto
- ore 18.30, lezione di yoga al tramonto.
Domenica 13 settembre
- ore 9.30, Spartan for humanity
- torneo di padel maschile.
Quota di partecipazione 20 euro.
Il ricavato dell’iniziativa sarà devoluto al nostro nuovo Pronto Soccorso.
Per informazioni: +39 349 5769682
Un nuovo Pronto Soccorso per Roma. Un sogno che, grazie al sostegno di tanti, dal 1° settembre è diventato realtà! Ha aperto, finalmente, il Pronto Soccorso del nostro Policlinico Universitario. Una struttura di 2100 metri quadrati, accogliente, sicura e dotata delle più recenti tecnologie, accreditata Joint Commission International e realizzata seguendo i più aggiornati modelli organizzativi, tecnologici e di triage. Un servizio pensato per un bacino potenziale di circa 300mila residenti, per un afflusso stimato in 45mila accessi annui.
Anche in tempo di pandemia. Per i pazienti che dovessero risultare positivi al tampone (da trasferire pertanto in un ospedale Covid), nel mese di luglio è stato infatti costruito un Percorso Protetto Covid totalmente separato, che si estende su ulteriori 300 metri quadrati.
Pronto ad accogliere
All’inaugurazione hanno preso parte, tra gli altri, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, il Vice Ministro alla Salute Pierpaolo Sileri, il sindaco di Roma Virginia Raggi e l’assessore alla Sanità e all’Integrazione socio-sanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato. Mons. Paolo Ricciardi, vescovo ausiliare con delega alla pastorale sanitaria, ha benedetto la struttura.
Come ha detto Felice Barela, presidente del nostro Ateneo, “siamo felici di poter dare questo ulteriore contributo al nostro Servizio Sanitario, fieri di essere uno dei nodi di questa ‘rete di protezione’ dei nostri concittadini”. Per Paolo Sormani, direttore generale del Policlinico Universitario, “il nostro vuole essere un Pronto Soccorso che accoglie, ascolta, comunica, si fa carico, assiste e cura”.
Il Pronto Soccorso è pensato per assicurare cure tempestive per tutte le patologie – in particolare, quelle cerebro-vascolari acute (ictus), vascolari acute (aneurismi) e cardiopatie acute (infarti) – oltre che per tutti i casi di traumatologia e di patologie chirurgiche acute.
Sostieni il Pronto Soccorso
Guarda la fotogallery
Il nostro Pronto Soccorso è pronto ad accogliere!
La sua inaugurazione può essere seguita in diretta sul nostro canale YouTube, sulla piattaforma Zoom (massimo 1000 utenti) e sui monitor installati nell’edificio PRABB e nella hall del nostro Policlinico Universitario.
La struttura inizierà ad accogliere i pazienti alle ore 18.
Il 1° aprile 2020 apriva il nostro Covid Center. Con una rapida trasformazione del nuovo Pronto Soccorso, anche il nostro Policlinico Universitario si schierava così in prima linea contro il coronavirus. E in tanti sceglievate di affiancarci in questa battaglia.
Non è stato facile per nessuno, ma i nostri medici, infermieri e operatori sanitari, grazie anche a tutti voi, alla fine hanno vinto: il 14 giugno 2020 il nostro Covid Center ha chiuso.
Lo scriviamo con commozione, mentre il ricordo va ai giorni in cui ci chiedevamo con apprensione quando sarebbe finito tutto questo. Il grande giorno è finalmente arrivato e vogliamo festeggiarlo con tutti voi, perché il vostro sostegno ci ha permesso di far lavorare i nostri operatori in totale sicurezza e di garantire ai pazienti le migliori cure.
75 giorni e 90 professionisti
Sono stati 75 giorni in cui la struttura, totalmente isolata rispetto al Policlinico Universitario, ha potuto salvare la vita a una sessantina di persone, grazie all’impegno di 90 professionisti tra medici, infermieri e personale sanitario e tecnico, unitamente a professionisti e ricercatori impegnati a trovare le soluzioni ingegneristiche, organizzative e mediche più efficaci in tempi ridottissimi.
E se tutto questo è stato possibile, lo dobbiamo anche alla generosità di tanti donatori che hanno scelto di sostenerci. A voi va quindi il nostro più sentito e caloroso grazie, unito a quello dei tanti pazienti guariti e dei loro familiari. Insieme ce l’abbiamo fatta!
L’impegno continua
Ora i 2100 metri quadrati del Covid Center sono tornati a essere un cantiere, per poter dotare Roma di un nuovo Pronto Soccorso a partire dal 1° settembre 2020.
Ma la battaglia contro il Covid-19 non è ancora finita. Per questo i nostri ricercatori stanno studiando le caratteristiche di chi “ospita” il virus, per scoprire nuove strategie terapeutiche e testare rapidamente nuovi farmaci. Un progetto sfidante che ci vede ancora in prima linea.
Ancora grazie di cuore.
Dona contro il coronavirus
Durante i 75 giorni della sua apertura, tra le stanze del nostro Covid Center si muoveva anche don Luca Fantini, cappellano del nostro Ateneo, per portare conforto spirituale ai pazienti. Ecco la sua testimonianza, scritta per il periodico Frammenti di Luce.
È il 24 maggio: festeggiamo la domenica dell’Ascensione. Ma nel nostro Centro Covid oggi festeggiamo anche un’altra “ascensione”: un nostro paziente, arrivato la domenica delle Palme da Bergamo in condizioni disperate, torna a casa guarito in elicottero. E anche noi rimaniamo a guardare il cielo, seguendo il volo che segna il lieto fine di una delle tante storie del nostro Covid Center.
Quando lo abbiamo aperto, due mesi fa, mi sono messo a disposizione per seguirne i pazienti. Mi sembrava doveroso offrire loro questo servizio, ma allo stesso tempo ero molto perplesso: come si sarebbe potuto creare un rapporto personale con la barriera di tutti i dispositivi di protezione? Come avrei potuto portare conforto e aiuto spirituale se non era nemmeno possibile mostrare un sorriso o uno sguardo, nascosti da mascherine e occhiali appannati? O farmi riconoscere come sacerdote, indistinguibile da tutti gli altri operatori del reparto dietro i nostri DPI? L’esperienza mi ha mostrato che questi timori erano del tutto infondati. I pazienti, soprattutto all’inizio, erano così soli e spaventati che cercavano per primi un contatto personale e, salvo pochissime eccezioni, un conforto spirituale.
È iniziato così un “contagio” positivo: andavo a trovare un paziente già conosciuto e anche quello appena ricoverato nel letto accanto chiedeva di parlare, di pregare insieme o di ricevere i Sacramenti. Nel frattempo avevo anche trovato il modo per farmi riconoscere: con lo scotch rosso che adoperiamo nel reparto faccio ogni mattina una croce sulla tuta bianca di protezione. Il segno è inequivocabile e permette anche qualche battuta per alleviare la tensione: qualcuno mi ha detto che sembravo un cavaliere templare…
Con il passare dei giorni si è creato un clima di confidenza del tutto inatteso, favorito anche dal nostro personale sanitario, che ha messo tutta la sua umanità al servizio dei pazienti ed è stato molto attento a tutte le loro esigenze, comprese quelle spirituali. In queste circostanze si sono creati molti bei rapporti e di conseguenza gli episodi da raccontare sono numerosi. Ne riporto solo uno che mi ha toccato in modo particolare.
In una occasione stavo dando la Comunione a un paziente che andavo a trovare da vari giorni e in quel momento un nuovo paziente molto anziano, che fino a quel momento era rimasto assopito nel letto accanto, si è svegliato e, vedendo l’Eucarestia, è scoppiato a piangere per la commozione e mi ha chiesto di poterLa ricevere anche lui. Gli ho dato l’Ostia e, prima di consumarla, l’ha presa con grande emozione e l’ha baciata. Poi mi ha chiesto un Rosario da cui non si è più separato: lo teneva in mano o attorno al casco per la ventilazione. È spirato dopo qualche giorno: l’ho accompagnato l’ultimo giorno pregando il Rosario a voce alta accanto a lui affidandolo alla Regina del Cielo, a cui era così legato.
Grazie a Dio sono comunque di gran lunga più numerosi i pazienti che sono guariti e sono tornati a casa, ma con il desiderio di continuare a coltivare una Fede (ri)scoperta in queste settimane e anche di continuare a sentirci. Con un paio siamo anche d’accordo di fare insieme il Cammino di Santiago… Sarà certamente un ottimo segno di avvenuta guarigione!
Dona contro il coronavirus
Un concorso per stimolare l’interesse, la pratica e la diffusione della musica tra i giovani, contribuendo a favorire lo scambio delle esperienze musicali maturate all’interno di realtà scolastiche e associative. Questo l’obiettivo del concorso nazionale di musica San Vigilio In… Canto, promosso dall’associazione culturale Sperimentiamo. Un’iniziativa che quest’anno sceglie di contribuire alla ricerca contro il Covid-19.
“Quando il concorso è nato, nel 2011, non potevamo certo aspettarci che il suo decimo anniversario sarebbe stato così difficile”, commenta Loredana Ripepi, presidente dell’associazione. Nonostante l’emergenza sanitaria, il concorso comunque si farà anche quest’anno, grazie al web (questo il bando di concorso, per info: +39 3334080635 o info@sperimentiamo.it). E, anzi, per la prima volta, diventa occasione di solidarietà.
Spiega Ripepi: “In questi anni di crescita, formazione e sperimentazione, più volte ci siamo ripetuti che la musica non conosce confini ed è un linguaggio universale. Mai come oggi queste parole sono vere. Spetta a noi renderle concrete”. Per questo l’associazione ha scelto di devolvere le quote di iscrizione al concorso al nostro Ateneo, con l’obiettivo di sostenere l’impegno dei nostri ricercatori contro il Covid-19.
“La musica è donarsi e donare. Non può sottrarsi dal sostenere la ricerca scientifica e chi porta avanti la sua missione con professionalità e abnegazione”, conclude il presidente di Sperimentiamo. “Ora più che mai, medici e scienziati sapranno di non essere soli in questa lotta contro un nemico invisibile. Anzi, avranno al loro fianco un’intera orchestra che suona e crede in loro”.
Sostieni la ricerca sul coronavirus
Una campagna di crowdfunding attivata a sostegno del nostro Covid Center. L’iniziativa è stata lanciata dagli studenti del nostro Ateneo e in pochi giorni, grazie al loro impegno e alla loro generosità, ha permesso di raccogliere più di 8mila euro. Ecco l’appello.
Negli ultimi giorni stiamo soffrendo la necessità di star “distanti”, ma forse più che mai stiamo capendo l’importanza del “dare una mano”. Ci hanno sempre detto che uniti si vince ogni guerra, noi studenti del Campus raccogliamo e facciamo nostro questo monito.
In questo periodo di emergenza sociale e sanitaria, stiamo cercando di aiutare il nostro paese a sconfiggere questo invisibile nemico nel principale modo possibile: #iorimangoacasa è lo slogan che riempie le nostre menti.
I nostri cuori però sono con tutti coloro che l’emergenza la stanno combattendo in prima linea, con inarrestabili mani guantate e volti coraggiosi nascosti da mascherine monouso.
Tutti vorremo fare qualcosa per dare forza e speranza a medici e infermieri che hanno trasformato il proprio slogan in #iorimangoinospedale, per combattere ogni giorno a fianco dei malati covid-19.
Loro sono le braccia che ci permetteranno di riabbracciarci senza timore quando l’emergenza sarà passata.
Distanti ma uniti, possiamo fare la differenza.
Noi siamo pronti a fermarlo. Voi siete pronti a sostenerci?
INSIEME CE LA FAREMO!
La campagna di crowdfunding degli studenti ora è chiusa, ma le donazioni possono ancora fare la differenza. Non è mai troppo tardi per sostenerci. Basta un piccolo contributo.
Sostieni il nostro Covid Center