Luca Argentero, Lino Banfi, Milly Carlucci, Tosca Donati, Francesco Castiglione, The Pozzolis Family e Zerbiian. Ma anche Maurizio Costanzo e Valerio Vermiglio. Anche i personaggi della tv, della musica, dello sport e del web sostengono il personale del nostro Covid Center.

L’invito a donare, lanciato attraverso diversi canali social, è chiaro: il personale sanitario cerca ogni giorno di dare il massimo per fronteggiare l’emergenza, ma ogni piccolo contributo può fare la differenza.

Prima che il nostro pronto soccorso venisse trasformato, proprio Luca Argentero aveva girato all’interno del nostro Policlinico Universitario la fiction DOC – Nelle tue mani. Adesso, a serie (per ora) conclusa, medici e pazienti sono davvero “nelle nostre mani”. E basta poco per sostenerli.

 

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Contribuire a fermare il contagio attraverso l’arte? Possibile. Un’intuizione che sta alla base di Covid 19 artisti uniti, iniziativa che – attraverso aste benefiche lanciate sui social – ha permesso di raccogliere 8mila euro da destinare ad alcune strutture sanitarie impegnate a fronteggiare l’epidemia.

Una sfida accettata con generosità anche dagli artisti Stefano Trappolini e Carola Masini, marito e moglie, che hanno scelto di destinare al nostro Covid Center i fondi raccolti attraverso la vendita all’asta di due loro opere.

È stata Carola a convincere il marito, subito dopo aver realizzato un’opera pensata appositamente per l’asta (in foto). Stefano ha donato quindi un suo dipinto realizzato nel 2011 e pubblicato anche all’interno del catalogo della sua mostra personale Passi-partout, realizzata insieme alla Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre.

Messe entrambe all’asta, l’opera di Carola è stata assegnata a una collezionista romana, mentre quella del marito è stata aggiudicata da un collezionista d’arte di Hannover, in Germania.

“Volevamo lanciare un segnale attraverso ciò che sappiamo fare: l’Arte appunto”, spiega Trappolini, “e incentivare così altre persone a donare”.

Nella presentazione della sua ultima mostra Volevo essere Superman, al momento “congelata” in una galleria romana proprio a causa dell’emergenza sanitaria, l’artista scriveva: “Questa mostra è dedicata a tutte le persone del mondo, perché ognuno di noi ha il proprio superpotere, basta cercarlo”. E – aggiungiamo noi – metterlo al servizio degli altri.

Commenta Stefano: “È vero, uso l’Arte come un superpotere e vorrei che questo fosse di stimolo per tutti, perché ciascuno metta il proprio superpotere al servizio degli altri“. Carola e Stefano ci sono riusciti. Tu vuoi fare altrettanto?

 

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Nella foto profilo la Tour Eiffel sullo sfondo. Come biografia, poche parole: “Voglio i Sogni, Essere Vita!”. Piero Libre Savone, infermiere del nostro Policlinico Universitario, “Vita” lo è davvero. Prima di tutto per i pazienti del nostro Covid Center, che anche grazie a lui possono tornare a sognare.

Piero è uno dei tanti professionisti che dal 1° aprile sono impegnati sul fronte della lotta al virus all’interno della nostra struttura dedicata. Il 5 aprile, prima domenica di lavoro tra le sue corsie, Piero ha condiviso sul proprio profilo Facebook pensieri, preoccupazioni e speranze. Una testimonianza che in poco tempo ha ricevuto più di mille like, 330 commenti e quasi 200 condivisioni. Eccola.

Mentre ti stai vestendo pensi velocemente se hai fatto tutto, se hai bevuto a sufficienza ma non troppo. Ti senti stanco, vorresti un caffè ma preferisci non berlo perché sai che se ti scappa non potrai farla per le prossime 4 6 ore. Ti senti vuoto, è strano ma lì non puoi portare niente con te. Varchi il confine e sei dentro, chiusa quella porta alle tue spalle, non puoi tornare indietro. Entri e senti allarmi di ogni tipo, monitor, ventilatori, pompe, dialisi, e sai che devi capirli, devi rispondere a tutti loro.

I pazienti sono gravi, e lo capisci dal primo istante, in questi casi non te lo dicono, ma tu lo sai dalla miriade di cavi che hanno attaccati a sé. Colleghi esausti, che però lavorano ininterrottamente, non li riconosci perché siamo tutti uguali. Non c’è divisa che tenga, medici, infermieri, OSS, tecnici, un unico colore, il bianco delle nostre tute. E allora è solo avvicinandoti che vedi nei loro occhi un accenno di sorriso, un voler dire ciao, finalmente sei arrivato, finalmente tra 10 minuti sarò fuori.

Il caos, ti parli velocemente dei pazienti, a malapena riesci a sentire le loro voci, ovattate dalle mascherine, e tu nella frenesia stai già grondando dal sudore. Pensi che non resisterai un solo turno in più. Poi inizia il turno e non hai più modo di pensare a nulla, sommerso dalle cose da fare tu vai diritto, capisci che devi metterci tutto te stesso perché i pazienti sono solo nelle tue mani.

A fine turno sei esausto ma ti manca un piccolo grande passo da fare, forse il più importante, svestirti nel modo corretto così da non contaminarti. Vorresti in realtà stracciartela quella tuta, ma devi essere concentrato per l’ultima volta ed eseguire passo passo le istruzioni di svestizione apposte sul muro davanti a te, insieme ad uno specchio.

Cominci a rivedere il tuo volto. Un volto segnato dalle mascherine, dalle visiere, dagli elastici, gli occhiali appannati dalla condensa che generi, e che per tutto il turno ti hanno fatto vedere sempre meno. Le mani grondanti, la divisa sottostante zuppa di sudore, hai il naso rosso, gli occhi stanchi. Ma pensi che è finita, una doccia e poi a casa.

È notte oramai e vedi che proprio sopra alla tua terapia intensiva Covid qualcuno sta facendo il tifo per te, qualcuno vuole ricordarti che devi essere forte, che sa quello che stai vivendo, ed è orgoglioso. Qualcuno ha voluto omaggiarti con questo tricolore. E allora lo guardi, e ti tornano i ricordi del turno appena passato, realizzi che il tuo contributo è stato importante, e che se ti chiamassero per fare un nuovo turno proprio ora non esiteresti un solo secondo a rientrare in quella trincea. Perché fare del bene, e rendere il bene con il tuo lavoro, è la cosa più bella che c’è!

 

Sostieni Piero e i suoi colleghi

 

 

Sono stati regalati al personale del nostro Covid Center, impegnato anche a Pasqua a curare i pazienti contagiati, i cioccolatini solidali che erano pronti per essere venduti nelle piazze a sostegno del nostro Pronto Soccorso, al momento prontamente riconvertito proprio in struttura dedicata a fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso. A ideare il gesto è stata una volontaria del nostro Policlinico Universitario, che ha voluto dedicare un dolce pensiero ai sanitari in prima linea per contrastare il virus.

A ciascuno di loro, nel giorno di Pasqua, la volontaria dell’Associazione Amici dell’Università Campus Bio-Medico di Roma Onlus ha voluto infatti far consegnare i dolcetti di cioccolato bianco inizialmente pensati come prodotti solidali a sostegno del nostro DEA di I livello.

La volontaria ha così potuto compiere un doppio gesto di altruismo. Da un lato, ha sollevato il morale del personale del nostro Covid Center con l’omaggio dei cioccolatini. Dall’altro, attraverso l’importo donato per il loro acquisto, ha contribuito al progetto del Pronto Soccorso, che aprirà quando sarà terminata l’emergenza in corso.

Insomma, un modo diverso ma altrettanto efficace per “fare volontariato” anche al tempo del distanziamento sociale.

 

Dona ora contro il Coronavirus

 

 

I viaggi sono sospesi, ma la solidarietà non si ferma. Nemmeno a Pasqua. Per questo la MSC Foundation del Gruppo MSC, secondo operatore al mondo nel settore dello shipping, fondato 50 anni fa da Gianluigi Aponte, ha voluto dimostrare la propria vicinanza al personale del nostro Covid Center, impegnato quotidianamente sul fronte della lotta al virus.

La famiglia Aponte, che vanta oltre 300 anni di tradizione marinara, ha deciso di donare 100 colombe pasquali a tutto lo staff in prima linea nella cura dei pazienti contagiati. Un gesto semplice per ringraziare chi avrebbe trascorso in questo modo anche il giorno di Pasqua.

È stato il direttore del Covid Center, prof. Felice Agrò, a distribuire i dolci a quanti a vario titolo sono impegnati tra le sue corsie, giorni festivi compresi. Professionisti che puntualmente avevano offerto il proprio supporto nell’emergenza anche per le navi MSC attraccate nel porto di Civitavecchia.

 

Dona ora contro il Coronavirus

“Credo mi riesca difficile riuscire ad esprimervi pienamente il mio ringraziamento per il vostro altruistico e toccante gesto. Vi ringrazio con tutto il cuore per il vostro generoso contributo, che come sapete sarà di grande aiuto per i pazienti che sono e saranno ricoverati a motivo di questa terribile pandemia”.

Comincia con queste parole la lettera che il direttore del nostro Covid Center, Felice Eugenio Agrò, ha scritto ai 300 detenuti del carcere di Lanciano, in Abruzzo. Alla sua direttrice, Lucia Avantaggiato, essi avevano chiesto alcuni giorni fa di poter mostrare la propria vicinanza al personale sanitario impegnato contro il virus. Dopo poco, è arrivata la loro donazione al nostro Covid Center.

Un gesto di profonda umanità – come sottolineato dal Rettore del nostro Ateneo, Raffaele Calabrò – che li fa esempio per tutti in questo periodo di incertezze nel quale non è retorico richiamarci con forza agli autentici valori di unità e umanità”.

“Sentire che ci siete vicino – continua Agrò – è per noi una grandissima dimostrazione di stima e di solidarietà e sono queste cose, nel difficile momento storico che stiamo vivendo, a farci sentire davvero il senso di unità, di compattezza, di umanità. Tendere la mano verso gli altri. Ed è questa l’umanità e la società a cui ambire; persone che si tengono per mano. E noi queste vostre mani le stringiamo oggi ancora più forte”.

In parte condannati all’ergastolo, i detenuti già in passato avevano collaborato con il nostro Ateneo attraverso progetti di reinserimento. A loro va la nostra riconoscenza e gratitudine per un gesto così generoso in un momento tanto impegnativo e difficile.

 

Dona ora contro il Coronavirus

Anche la passione per Fortnite può sostenere la lotta contro il Coronavirus. Basta che i suoi giocatori decidano di entrare nella modalità Salva il mondo nella realtà, e non solo virtuale.

Nel videogioco, la modalità Salva il mondo è ambientata in una terra post-apocalittica, dove l’improvvisa apparizione di una tempesta mondiale ha fatto scomparire il 98% della popolazione. Nella realtà, una giocata in diretta live su YouTube contribuirà a salvare la vita a tante persone, in un tempo in cui la loro salute è minata dalla circolazione del virus.

È così che Zerbiian, nome d’arte di un giovanissimo youtuber con 280 mila iscritti al proprio canale, ha potuto sostenere il nostro Covid Center. Un traguardo raggiunto grazie alle migliaia di fan che la sera di giovedì 2 aprile hanno assistito alla sua partita live di beneficenza e hanno risposto al suo invito, donando in diretta 2.221,92 euro.

Tante le ricompense pensate da Zerbiian ai top donatori, a partire da felpe e magliette. Ma la ricompensa più grande sarà sapere che, anche grazie a loro, il nostro Covid Center potrà curare tante persone.

Come hanno sottolineato i genitori della Zerbiian family durante la diretta live: “Anche un solo euro può salvare una vita umana”.

 

Dona ora contro il Coronavirus

Un calendario con i disegni dei Piccoli Artisti di Manageritalia, per dire che la solidarietà è importante 365 giorni l’anno. Giunto quest’anno alla sedicesima edizione, ha voluto sostenere stavolta l’impegno della nostra Unità Operativa di Chirurgia plastica e ricostruttiva, contribuendo in particolare all’acquisto di un dermatoscopio ad alta risoluzione (High Definition Dermoscopy) per la diagnosi precoce dei melanomi, i tumori maligni della pelle.

Protagonisti del progetto, promosso da Manageritalia a favore dell’Associazione Amici dell’Università Campus Bio-Medico di Roma Onlus, i figli “under 10” degli associati di Manageritalia Lazio, Abruzzo, Molise, Sardegna e Umbria.

Sono infatti proprio i loro disegni, realizzati a tema libero con diverse tecniche, ad accompagnare le pagine del calendario da tavolo. Premiati lo scorso 23 novembre 2019 a Roma, hanno permesso di destinare 3.230 euro all’acquisto del dermatoscopio, ora attivo presso il nostro Policlinico Universitario grazie a questo e ad altri donativi.

 

Dona ora contro i melanomi

Praticare la terapia della dignità

Garantire la migliore qualità delle cure per i pazienti in fase avanzata di malattia offrendo al territorio un servizio ispirato ad una visione olistica dell’assistenza alla persona. Con un totale di 60 posti autorizzati dalla Asl Roma2 – 12 residenziali e 48 in assistenza domiciliare – è nato il 16 dicembre 2020 all’interno del CESA, il Centro per la Salute dell’Anziano del nostro ateneo, il centro di cure palliative Insieme nella cura.

Al centro del progetto sono le cure palliative, che non accelerano né ritardano la morte, ma provvedono al sollievo dal dolore e dagli altri sintomi, migliorando la qualità della vita dei malati e delle loro famiglie. Oltre a esse, l’integrazione tra le cure mediche e infermieristiche e gli interventi psicologici, sociali e spirituali garantisce un’assistenza completa, che si fa carico della persona in modo globale.

 

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Aiutare a vivere fino alla fine

L’hospice è stato concepito con l’obiettivo di ricreare il comfort di vita di un ambiente domestico grazie a stanze ampie e moderne nelle quali è possibile portare il proprio animale da compagnia. Grande considerazione è stata data agli spazi di socializzazione, come la tisaneria aperta 24 ore su 24, e agli spazi comuni per incontri e attività ricreative, come la sala da pranzo, la cappella, l’ampia terrazza e il giardino esterno. Le camere sono attrezzate con aria condizionata, minifrigo, servizi igienici attrezzati, campanello di chiamata, letto elettrico e luce individuale. Insomma, non un “ospedale vestito da casa”, ma una “casa adeguata” ad accompagnare i pazienti e i loro familiari nelle ultime fasi della malattia.

Ad assistere i pazienti un’equipe di medici e infermieri palliativisti, psicologi, operatori socio-sanitari, fisioterapisti, oltre agli assistenti sociali e spirituali. Una rete di volontari è inoltre attiva per assicurare ogni giorno la presenza di persone adeguatamente formate a sostegno della qualità della vita del malato. A domicilio, il paziente viene invece seguito giornalmente grazie a un piano di assistenza individuale.

Il rispetto della persona, delle sue caratteristiche e delle sue volontà, l’informazione al paziente e ai suoi familiari su tutte le fasi della malattia e l’alta considerazione per la relazione di cura sono i cardini attorno ai quali si sviluppa l’azione dell’équipe del centro.

Aiutaci a fare tutto il possibile

Perché un progetto di questo tipo? Perché, come affermava Cicely Saunders, infermiera, medico e filosofa che diede vita alla diffusione del “movimento Hospice”, “tu sei importante perché sei tu, e tu sei importante fino alla fine della tua vita”.

Contribuisci anche tu peraiutare a vivere fino alla fine.

 

Dona ora

 

Diventa protagonista di un sogno diventato realtà

Una struttura a misura d’uomo, attenta alla privacy e alle fragilità, punto di riferimento anche nell’emergenza per 300 mila persone. Il Pronto Soccorso del nostro Policlinico Universitario è un servizio fondamentale per il territorio. Il tuo contributo è fondamentale per permettere ai nostri medici e infermieri di dare di più, anche nell’emergenza.

Dona almeno 50 mila euro e sarai ricordato da tutti sul nostro Donor Wall, posizionato su un’intera parete dell’area di attesa.

Contattaci per essere ricordato sul Donor Wall

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Ricorda che le donazioni a favore del Pronto Soccorso godono dei benefici fiscali previsti dalla legge.

 

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