Un allenamento a portata di tutti, proposto dal personal trainer Massimo Ciocchetti insieme ai medici e ai nutrizionisti del nostro Policlinico Universitario, ma non solo. La Run for Liver Home Edition sarà un incontro dedicato a tutti coloro che hanno a cuore la salute del proprio fegato e verrà trasmessa in diretta dalla pagina Facebook del nostro Ateneo.

Proposta dall’Unità Operativa Semplice di Medicina clinica ed Epatologia, la Run for Liver Home Edition sensibilizzerà i partecipanti sull’importanza di un regolare stile di vita per il corretto funzionamento del fegato, organo vitale fondamentale nell’assorbimento delle sostanze nutritive.

La partecipazione è gratuita. Iscriviti attraverso questo link: dopo aver compilato il modulo, ti verrà inviato il link attraverso il quale collegarti per partecipare all’evento online.

Il programma dell’evento

Ore 18:00

Inizio live streaming

Presentano
Giovanni Galati, epatologo e runner
Paolo Parisi, avvocato e runner, presidente dell’Associazione Sportiva Dilettantistica Campus Bio-Medico

Partecipano
Dario Tuccinardi, diabetologo
Manon Khazrai, nutrizionista
Antonio Picardi, responsabile Unità di Epatologia
Umberto Vespasiani Gentilucci, epatologo e runner

Ore 18.05

Iniziamo la lezione!
40 minuti di Full Body Workout con Massimo Ciocchetti, personal trainer e runner

Ore 18.45

Tavola rotonda e risposta alle domande dei partecipanti (sarà possibile inviare domande durante la diretta streaming; i professionisti risponderanno al termine della lezione interattiva).

Un concorso per stimolare l’interesse, la pratica e la diffusione della musica tra i giovani, contribuendo a favorire lo scambio delle esperienze musicali maturate all’interno di realtà scolastiche e associative. Questo l’obiettivo del concorso nazionale di musica San Vigilio In… Canto, promosso dall’associazione culturale Sperimentiamo. Un’iniziativa che quest’anno sceglie di contribuire alla ricerca contro il Covid-19.

“Quando il concorso è nato, nel 2011, non potevamo certo aspettarci che il suo decimo anniversario sarebbe stato così difficile”, commenta Loredana Ripepi, presidente dell’associazione. Nonostante l’emergenza sanitaria, il concorso comunque si farà anche quest’anno, grazie al web (questo il bando di concorso, per info: +39 3334080635 o info@sperimentiamo.it). E, anzi, per la prima volta, diventa occasione di solidarietà.

Spiega Ripepi: “In questi anni di crescita, formazione e sperimentazione, più volte ci siamo ripetuti che la musica non conosce confini ed è un linguaggio universale. Mai come oggi queste parole sono vere. Spetta a noi renderle concrete”. Per questo l’associazione ha scelto di devolvere le quote di iscrizione al concorso al nostro Ateneo, con l’obiettivo di sostenere l’impegno dei nostri ricercatori contro il Covid-19.

“La musica è donarsi e donare. Non può sottrarsi dal sostenere la ricerca scientifica e chi porta avanti la sua missione con professionalità e abnegazione”, conclude il presidente di Sperimentiamo. “Ora più che mai, medici e scienziati sapranno di non essere soli in questa lotta contro un nemico invisibile. Anzi, avranno al loro fianco un’intera orchestra che suona e crede in loro”.

 

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Una campagna di crowdfunding attivata a sostegno del nostro Covid Center. L’iniziativa è stata lanciata dagli studenti del nostro Ateneo e in pochi giorni, grazie al loro impegno e alla loro generosità, ha permesso di raccogliere più di 8mila euro. Ecco l’appello.

Negli ultimi giorni stiamo soffrendo la necessità di star “distanti”, ma forse più che mai stiamo capendo l’importanza del “dare una mano”. Ci hanno sempre detto che uniti si vince ogni guerra, noi studenti del Campus raccogliamo e facciamo nostro questo monito.

In questo periodo di emergenza sociale e sanitaria, stiamo cercando di aiutare il nostro paese a sconfiggere questo invisibile nemico nel principale modo possibile: #iorimangoacasa è lo slogan che riempie le nostre menti.

I nostri cuori però sono con tutti coloro che l’emergenza la stanno combattendo in prima linea, con inarrestabili mani guantate e volti coraggiosi nascosti da mascherine monouso.

Tutti vorremo fare qualcosa per dare forza e speranza a medici e infermieri che hanno trasformato il proprio slogan in #iorimangoinospedale, per combattere ogni giorno a fianco dei malati covid-19.

Loro sono le braccia che ci permetteranno di riabbracciarci senza timore quando l’emergenza sarà passata.

Distanti ma uniti, possiamo fare la differenza.

Noi siamo pronti a fermarlo. Voi siete pronti a sostenerci?

INSIEME CE LA FAREMO!

La campagna di crowdfunding degli studenti ora è chiusa, ma le donazioni possono ancora fare la differenza. Non è mai troppo tardi per sostenerci. Basta un piccolo contributo.

 

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Luca Argentero, Lino Banfi, Milly Carlucci, Tosca Donati, Francesco Castiglione, The Pozzolis Family e Zerbiian. Ma anche Maurizio Costanzo e Valerio Vermiglio. Anche i personaggi della tv, della musica, dello sport e del web sostengono il personale del nostro Covid Center.

L’invito a donare, lanciato attraverso diversi canali social, è chiaro: il personale sanitario cerca ogni giorno di dare il massimo per fronteggiare l’emergenza, ma ogni piccolo contributo può fare la differenza.

Prima che il nostro pronto soccorso venisse trasformato, proprio Luca Argentero aveva girato all’interno del nostro Policlinico Universitario la fiction DOC – Nelle tue mani. Adesso, a serie (per ora) conclusa, medici e pazienti sono davvero “nelle nostre mani”. E basta poco per sostenerli.

 

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Contribuire a fermare il contagio attraverso l’arte? Possibile. Un’intuizione che sta alla base di Covid 19 artisti uniti, iniziativa che – attraverso aste benefiche lanciate sui social – ha permesso di raccogliere 8mila euro da destinare ad alcune strutture sanitarie impegnate a fronteggiare l’epidemia.

Una sfida accettata con generosità anche dagli artisti Stefano Trappolini e Carola Masini, marito e moglie, che hanno scelto di destinare al nostro Covid Center i fondi raccolti attraverso la vendita all’asta di due loro opere.

È stata Carola a convincere il marito, subito dopo aver realizzato un’opera pensata appositamente per l’asta (in foto). Stefano ha donato quindi un suo dipinto realizzato nel 2011 e pubblicato anche all’interno del catalogo della sua mostra personale Passi-partout, realizzata insieme alla Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi Roma Tre.

Messe entrambe all’asta, l’opera di Carola è stata assegnata a una collezionista romana, mentre quella del marito è stata aggiudicata da un collezionista d’arte di Hannover, in Germania.

“Volevamo lanciare un segnale attraverso ciò che sappiamo fare: l’Arte appunto”, spiega Trappolini, “e incentivare così altre persone a donare”.

Nella presentazione della sua ultima mostra Volevo essere Superman, al momento “congelata” in una galleria romana proprio a causa dell’emergenza sanitaria, l’artista scriveva: “Questa mostra è dedicata a tutte le persone del mondo, perché ognuno di noi ha il proprio superpotere, basta cercarlo”. E – aggiungiamo noi – metterlo al servizio degli altri.

Commenta Stefano: “È vero, uso l’Arte come un superpotere e vorrei che questo fosse di stimolo per tutti, perché ciascuno metta il proprio superpotere al servizio degli altri“. Carola e Stefano ci sono riusciti. Tu vuoi fare altrettanto?

 

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Nella foto profilo la Tour Eiffel sullo sfondo. Come biografia, poche parole: “Voglio i Sogni, Essere Vita!”. Piero Libre Savone, infermiere del nostro Policlinico Universitario, “Vita” lo è davvero. Prima di tutto per i pazienti del nostro Covid Center, che anche grazie a lui possono tornare a sognare.

Piero è uno dei tanti professionisti che dal 1° aprile sono impegnati sul fronte della lotta al virus all’interno della nostra struttura dedicata. Il 5 aprile, prima domenica di lavoro tra le sue corsie, Piero ha condiviso sul proprio profilo Facebook pensieri, preoccupazioni e speranze. Una testimonianza che in poco tempo ha ricevuto più di mille like, 330 commenti e quasi 200 condivisioni. Eccola.

Mentre ti stai vestendo pensi velocemente se hai fatto tutto, se hai bevuto a sufficienza ma non troppo. Ti senti stanco, vorresti un caffè ma preferisci non berlo perché sai che se ti scappa non potrai farla per le prossime 4 6 ore. Ti senti vuoto, è strano ma lì non puoi portare niente con te. Varchi il confine e sei dentro, chiusa quella porta alle tue spalle, non puoi tornare indietro. Entri e senti allarmi di ogni tipo, monitor, ventilatori, pompe, dialisi, e sai che devi capirli, devi rispondere a tutti loro.

I pazienti sono gravi, e lo capisci dal primo istante, in questi casi non te lo dicono, ma tu lo sai dalla miriade di cavi che hanno attaccati a sé. Colleghi esausti, che però lavorano ininterrottamente, non li riconosci perché siamo tutti uguali. Non c’è divisa che tenga, medici, infermieri, OSS, tecnici, un unico colore, il bianco delle nostre tute. E allora è solo avvicinandoti che vedi nei loro occhi un accenno di sorriso, un voler dire ciao, finalmente sei arrivato, finalmente tra 10 minuti sarò fuori.

Il caos, ti parli velocemente dei pazienti, a malapena riesci a sentire le loro voci, ovattate dalle mascherine, e tu nella frenesia stai già grondando dal sudore. Pensi che non resisterai un solo turno in più. Poi inizia il turno e non hai più modo di pensare a nulla, sommerso dalle cose da fare tu vai diritto, capisci che devi metterci tutto te stesso perché i pazienti sono solo nelle tue mani.

A fine turno sei esausto ma ti manca un piccolo grande passo da fare, forse il più importante, svestirti nel modo corretto così da non contaminarti. Vorresti in realtà stracciartela quella tuta, ma devi essere concentrato per l’ultima volta ed eseguire passo passo le istruzioni di svestizione apposte sul muro davanti a te, insieme ad uno specchio.

Cominci a rivedere il tuo volto. Un volto segnato dalle mascherine, dalle visiere, dagli elastici, gli occhiali appannati dalla condensa che generi, e che per tutto il turno ti hanno fatto vedere sempre meno. Le mani grondanti, la divisa sottostante zuppa di sudore, hai il naso rosso, gli occhi stanchi. Ma pensi che è finita, una doccia e poi a casa.

È notte oramai e vedi che proprio sopra alla tua terapia intensiva Covid qualcuno sta facendo il tifo per te, qualcuno vuole ricordarti che devi essere forte, che sa quello che stai vivendo, ed è orgoglioso. Qualcuno ha voluto omaggiarti con questo tricolore. E allora lo guardi, e ti tornano i ricordi del turno appena passato, realizzi che il tuo contributo è stato importante, e che se ti chiamassero per fare un nuovo turno proprio ora non esiteresti un solo secondo a rientrare in quella trincea. Perché fare del bene, e rendere il bene con il tuo lavoro, è la cosa più bella che c’è!

 

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Sono stati regalati al personale del nostro Covid Center, impegnato anche a Pasqua a curare i pazienti contagiati, i cioccolatini solidali che erano pronti per essere venduti nelle piazze a sostegno del nostro Pronto Soccorso, al momento prontamente riconvertito proprio in struttura dedicata a fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso. A ideare il gesto è stata una volontaria del nostro Policlinico Universitario, che ha voluto dedicare un dolce pensiero ai sanitari in prima linea per contrastare il virus.

A ciascuno di loro, nel giorno di Pasqua, la volontaria dell’Associazione Amici dell’Università Campus Bio-Medico di Roma Onlus ha voluto infatti far consegnare i dolcetti di cioccolato bianco inizialmente pensati come prodotti solidali a sostegno del nostro DEA di I livello.

La volontaria ha così potuto compiere un doppio gesto di altruismo. Da un lato, ha sollevato il morale del personale del nostro Covid Center con l’omaggio dei cioccolatini. Dall’altro, attraverso l’importo donato per il loro acquisto, ha contribuito al progetto del Pronto Soccorso, che aprirà quando sarà terminata l’emergenza in corso.

Insomma, un modo diverso ma altrettanto efficace per “fare volontariato” anche al tempo del distanziamento sociale.

 

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I viaggi sono sospesi, ma la solidarietà non si ferma. Nemmeno a Pasqua. Per questo la MSC Foundation del Gruppo MSC, secondo operatore al mondo nel settore dello shipping, fondato 50 anni fa da Gianluigi Aponte, ha voluto dimostrare la propria vicinanza al personale del nostro Covid Center, impegnato quotidianamente sul fronte della lotta al virus.

La famiglia Aponte, che vanta oltre 300 anni di tradizione marinara, ha deciso di donare 100 colombe pasquali a tutto lo staff in prima linea nella cura dei pazienti contagiati. Un gesto semplice per ringraziare chi avrebbe trascorso in questo modo anche il giorno di Pasqua.

È stato il direttore del Covid Center, prof. Felice Agrò, a distribuire i dolci a quanti a vario titolo sono impegnati tra le sue corsie, giorni festivi compresi. Professionisti che puntualmente avevano offerto il proprio supporto nell’emergenza anche per le navi MSC attraccate nel porto di Civitavecchia.

 

Dona ora contro il Coronavirus

“Credo mi riesca difficile riuscire ad esprimervi pienamente il mio ringraziamento per il vostro altruistico e toccante gesto. Vi ringrazio con tutto il cuore per il vostro generoso contributo, che come sapete sarà di grande aiuto per i pazienti che sono e saranno ricoverati a motivo di questa terribile pandemia”.

Comincia con queste parole la lettera che il direttore del nostro Covid Center, Felice Eugenio Agrò, ha scritto ai 300 detenuti del carcere di Lanciano, in Abruzzo. Alla sua direttrice, Lucia Avantaggiato, essi avevano chiesto alcuni giorni fa di poter mostrare la propria vicinanza al personale sanitario impegnato contro il virus. Dopo poco, è arrivata la loro donazione al nostro Covid Center.

Un gesto di profonda umanità – come sottolineato dal Rettore del nostro Ateneo, Raffaele Calabrò – che li fa esempio per tutti in questo periodo di incertezze nel quale non è retorico richiamarci con forza agli autentici valori di unità e umanità”.

“Sentire che ci siete vicino – continua Agrò – è per noi una grandissima dimostrazione di stima e di solidarietà e sono queste cose, nel difficile momento storico che stiamo vivendo, a farci sentire davvero il senso di unità, di compattezza, di umanità. Tendere la mano verso gli altri. Ed è questa l’umanità e la società a cui ambire; persone che si tengono per mano. E noi queste vostre mani le stringiamo oggi ancora più forte”.

In parte condannati all’ergastolo, i detenuti già in passato avevano collaborato con il nostro Ateneo attraverso progetti di reinserimento. A loro va la nostra riconoscenza e gratitudine per un gesto così generoso in un momento tanto impegnativo e difficile.

 

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La Ricerca non si ferma

La battaglia contro il coronavirus non è finita. Mentre il nostro centro vaccinale è impegnato a mettere in sicurezza la popolazione, i nostri ricercatori stanno studiando il ruolo della genetica nello sviluppo del virus. Alcune persone infatti diffondono più marcatamente il contagio e si ammalano più facilmente e con una carica virale maggiore. Perché? La risposta è nelle difese immunitarie.

I nostri ricercatori hanno finora raccolto 22 famiglie e ne hanno analizzate 20 con un pannello di 43 geni associati alla risposta immunitaria all’infezione virale. Tra i circa 120 individui che sono stati analizzati in totale, sono state individuate circa 110 varianti genomiche. Il passo successivo consiste ora nell’analisi bioinformatica, nella correlazione statistica tra le varianti e il grado di gravità dei sintomi manifestati in seguito all’infezione. Si studieranno in maggiore dettaglio un piccolo numero di famiglie, risultate più informative all’analisi preliminare.

Una ricerca innovativa

Il progetto di ricerca è trasversale e innovativo, perché focalizzato in particolare sulla variabilità genetica e clinica all’interno delle famiglie. Questa potrà fornire informazioni preziose per la lotta al Covid-19, dati fondamentali anche dopo l’arrivo del vaccino, per capire chi è geneticamente più resistente e chi non vi risponderà affatto.

La ricerca ha un costo complessivo di 200 mila euro. La tua donazione è fondamentale per aiutarci in questa battaglia. Sei pronto a sostenerci?

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Studiare i fattori genetici del virus

Spiegano i nostri ricercatori che, come per tutte le malattie infettive, anche per il Coronavirus l’effetto clinico e la rapidità di contagio dipendono in larga misura dal modo in cui ciascun individuo è in grado di difendersi rispetto alle strategie di attacco del virus. Se da un lato il virus SARS-COV-2 sembra attaccare tutti con le stesse armi, non mutando in maniera determinante il proprio programma genetico, dall’altro le difese immunitarie possono fare la differenza.

Le persone non geneticamente in grado di chiudere le porte al virus – i cosiddetti superspreaders – diffondono più marcatamente il contagio e si ammalano più facilmente e con una carica virale maggiore. Sono loro a sviluppare i sintomi più gravi e, in molti casi, a non sopravvivere. Al contrario, chi è geneticamente più dotato di armi contro il virus non contrae l’infezione o rimane asintomatico.

Identificare quali fattori genetici svolgono un ruolo chiave nel contagio e nella gravità dei sintomi da SARS-COV-2 è un passo importante per scoprire nuove cure.

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Noi siamo pronti a fermarlo. Tu?

Questo il piano d’azione dei nostri docenti e ricercatori Fiorella Gurrieri, Massimo Ciccozzi, Marcello D’Amelio, Giorgio Minotti, Emanuela Salvatorelli e Silvia Angeletti:

  • verificare l’impatto del profilo genetico individuale sulle caratteristiche cliniche e sulla progressione della malattia da Covid-19
  • identificare varianti genetiche di suscettibilità e di protezione nei confronti della malattia, ad esempio legate al genere e alla regionalità
  • inserire le varianti genetiche in un modello cellulare ingegnerizzato per ricapitolare in vitro l’infezione da Covid-19
  • comprendere la patogenesi della malattia e testare rapidamente nuovi farmaci.

I nostri ricercatori sono pronti a raggiungere questo traguardo importante per salvare vite umane.

Tu sei pronto a sostenerli?

 

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Causale: Ricerca Coronavirus