Un progetto indispensabile per 300 mila persone

Una popolazione di circa 180 mila persone e un solo Pronto Soccorso, all’Ospedale Sant’Eugenio. Per questo il nuovo DEA (Dipartimento di Emergenza e Accettazione) di I livello della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico è un servizio fondamentale nel territorio del IX Municipio, trovandosi al centro di un bacino potenziale di circa 300 mila residenti.

Un Pronto Soccorso innovativo che mette al centro la persona

Con un investimento di circa 10 milioni di euro, il nostro Pronto Soccorso occupa uno spazio di 2100 metri quadrati. Progettato per mettere al centro ciascuna persona che vi accede, ha un design moderno e funzionale e garantisce massimo comfort durante l’attesa e grande attenzione alla privacy.

 

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Con una moderna organizzazione degli spazi, per ridurre al massimo gli spostamenti dei pazienti, è collocato in prossimità delle sale operatorie, di Radiologia interventistica e di Emodinamica, e – primo Pronto Soccorso per adulti a Roma – è dotato di un servizio di Diagnostica per Immagini dedicato, con una innovativa TAC 300 strati ad altissime prestazioni. Attenzione anche all’accessibilità, grazie a un parcheggio con stalli riservati a persone con disabilità e donne in gravidanza, mentre l’eliporto è invece a pochi metri dall’ingresso.

Comfort e riservatezza nell’area di attesa

Phone booth fonoassorbenti per le telefonate, book crossing, monitor tv e informativi, wi-fi, charge station, colori ad hoc, cura degli arredi, musica, area ristoro con tavolini e segnaletica intuitiva. Questi gli ingredienti dell’area di attesa, pensata come un ambiente accogliente, rassicurante e funzionale dove, attraverso i monitor, gli accompagnatori sono costantemente informati sull’andamento del percorso del proprio caro.

Ai più piccoli sono invece dedicati un’area esterna, giochi e intrattenimento, monitor tv e una libreria. Previsti inoltre percorsi dedicati alle persone più fragili: un box pediatrico, un’area riservata ai codici rosa per le vittime di violenza, un’isola neonatale per i parti precipitosi e un percorso specifico per gli anziani.

Sei pronto a sostenerci?

Il nostro Pronto Soccorso è pronto ad accogliere ogni anno 45 mila persone provenienti da Roma Sud e dai comuni limitrofi a sud ovest e sul litorale. Collabora inoltre con le strutture di protezione civile in caso di eventi calamitosi ed emergenziali.

I lavori per la sua realizzazione sono iniziati il 19 febbraio 2019 e terminati nel mese di gennaio 2020. Per 75 giorni, fino al 14 giugno 2020, lo spazio è stato quindi prontamente riconvertito in Covid Center e poi inaugurato come Pronto Soccorso il 1° settembre 2020. Dopo essere stato di nuovo trasformato in Covid Center il 2 novembre, la struttura è infine tornata in funzione il 12 luglio 2021.

 

 

Dona ora per il Pronto Soccorso

 

Con una donazione di almeno 50mila euro lasci un segno nel nostro Donor Wall

Antonio Danile era un brillante avvocato di Mariano Comense che, dopo aver combattuto contro la depressione per 25 anni, ha perso la vita a causa di questo male un venerdì dello scorso anno. Un’esistenza la sua che non si è conclusa, ma trasformata in un nuovo inizio per 2,8 milioni di malati in Italia.

L’Associazione Antonio Danile è nata lo scorso mese di maggio in Brianza, “non per solidarietà, ma per egoismo”. A volerla, la madre di Antonio, Carolina Manzella, e il fratello Francesco: “Volevamo riprenderci una rivincita nei confronti della malattia”, spiega quest’ultimo. Due gli scopi dell’associazione: rompere il silenzio sulla depressione, informando la popolazione, e raccogliere fondi per la ricerca scientifica.

Due obiettivi già centrati grazie a numerose iniziative. L’ultima, lo scorso venerdì 11 ottobre allo Sporting Club di Monza, ha sensibilizzato i tanti partecipanti a una serata che ha permesso di donare 13 mila euro alla ricerca contro la depressione.

Una nuova cura per i malati di depressione

I fondi raccolti nel corso della cena solidale – introdotta dal Direttore Clinico del nostro Policlinico Universitario, Rossana Alloni – sosterranno in particolare la sperimentazione dell’elettrostimolazione per modulare la funzione celebrale, inizialmente a favore delle donne con depressione post parto. Come ha spiegato infatti il prof. Vincenzo Di Lazzaro, direttore dell’UOC di Neurologia, La stimolazione transcranica magnetica ripetitiva non è una tecnica nuova, essendo stata introdotta negli anni ’90 nello studio di malattie come il Parkinson. Tuttavia, nonostante l’appello dei neurologi, non è ancora accessibile ai malati di depressione: i costi per i pazienti sono proibitivi e non esiste un protocollo definito.

Un progetto presentato alla Camera dei Deputati

Un progetto, quello della nostra UOC di Neurologia, la cui prima parte era già stata finanziata proprio dalla famiglia Danile. Ed erano stati sempre i familiari di Antonio a presentarlo alla Camera dei Deputati, insieme ai nostri neurologi. Ora, a distanza di alcuni mesi, questo nuovo evento segna un ulteriore, importante tassello nella battaglia contro la depressione. Una lotta che l’Associazione Antonio Danile sogna di vincere anche attraverso “campagne di sensibilizzazione e un numero verde dedicato ai familiari dei pazienti depressi”.

Intanto, lo sketch di Germano Lanzoni, in arte “il signor Imbruttito”, ha saputo far sorridere i tanti generosi ospiti della serata: “La comicità è un antidepressivo naturale. Ce l’abbiamo tutti inside”. E chissà che il prossimo anno, durante lo stesso evento, non sia invece il prof. Di Lazzaro a portare belle notizie, magari annunciando finalmente l’accessibilità della nuova cura.

 

Sostieni la Ricerca contro la depressione

Un tumore maligno da diagnosticare per tempo

Il melanoma è un tumore maligno della pelle. La sua incidenza è in continua crescita ed è quasi raddoppiata negli ultimi 10 anni. La sopravvivenza di chi ne è affetto dipende dallo stadio di malattia ed è del 98% nel caso questa sia localizzata solo alla cute. Per questo la diagnosi precoce del tumore è indispensabile per individuare eventuali melanomi sottili, e ancor più importante è effettuare prevenzione nelle persone che presentano fattori di rischio quali familiarità, fototipo chiaro, elevato numero di nevi, storia di ustioni solari nell’infanzia e soprattutto pregresso melanoma.

Il nostro impegno contro i melanomi

L’Unità Operativa di Chirurgia plastica e ricostruttiva, coordinata dal prof. Paolo Persichetti con l’ausilio del dott. Vincenzo Panasiti, è impegnata costantemente nella prevenzione e follow up del melanoma e di altre neoplasie maligne della cute. Grazie alla collaborazione tra specialisti dermatologi, oncologi e chirurghi plastici, si occupa in particolare di garantire livelli assistenziali di elevata qualità, contribuendo in modo significativo – anche attraverso la ricerca scientifica – alla diagnosi e cura di questa neoplasia. I dermatologi della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico sono inoltre impegnati anche in campagne di screening sul territorio.

Tre obiettivi per la diagnosi precoce del melanoma

Per identificare i melanomi in stadio iniziale e garantire una guarigione completa ai pazienti, i nostri specialisti hanno tre obiettivi concreti:

  • acquistare un dermatoscopio ad alta risoluzione (High Definition Dermoscopy) che possa aiutarli nella diagnosi precoce – Obiettivo raggiunto!
  • costruire una Melanoma Unit, un’unità operativa specifica in grado di accompagnare il paziente e la sua famiglia dall’inizio alla fine del percorso di diagnosi e cura
  • realizzare un ambulatorio open cui i pazienti possano accedere quotidianamente senza prenotazione, portando in visione la sola impegnativa del medico curante.

Sosterrai i nostri medici in questa sfida?

Le malattie croniche più frequenti

Le malattie reumatiche sono a livello internazionale le malattie croniche più frequenti e, in Europa, la prima causa di dolore e disabilità (fonte: OMS). In Italia, artrite e artrosi colpiscono il 17,3% della popolazione mentre l’osteoporosi il 7,3%, con frequenza circa doppia nelle donne (Istat 2010). Sempre nel nostro Paese, sono la seconda causa di prescrizione di farmaci.

I pazienti affetti da malattie reumatiche subiscono una riduzione significativa della qualità di vita. Soprattutto le malattie reumatiche a genesi infiammatoria – come ad esempio le artriti croniche – sono accompagnate infatti da sintomi estremamente invalidanti quali il dolore acuto e/o cronico e la fatigue, una combinazione di debolezza generalizzata, debolezza muscolare, mancanza di energie e stanchezza mentale. Le malattie reumatiche sono gravate inoltre da un’elevata frequenza di sintomi depressivi, di disturbi d’ansia e di disturbi del sonno.

Un progetto di ricerca e prevenzione contro le malattie reumatiche

Avere una malattia reumatica e, al contempo, vivere bene è oggi quasi impossibile. Proprio per questo Vivere con una malattia reumatica – Vivere in salute è il titolo del progetto di ricerca dell’Unità Operativa di Immunoreumatologia, guidata dalla prof.ssa Antonella Afeltra. Due gli obiettivi dei nostri medici e ricercatori: un approfondimento epidemiologico degli stili di vita a rischio nei pazienti con malattie reumatiche e la promozione di uno stile di vita sano come misura di prevenzione.

Percorsi personalizzati per uno stile di vita sano

Due sono quindi anche le fasi del progetto. La prima dedicata a un’indagine epidemiologica sui fattori di rischio, prendendo in considerazione stili di vita quali fumo, sovrappeso e obesità, abitudini alimentari e sedentarietà. La seconda prevede invece la sperimentazione e il perfezionamento di un programma di prevenzione basato su tre diversi principi: la misura dei fattori di rischio, l’educazione del paziente riguardo alle loro conseguenze per la salute e l’ideazione di strategie per contrastare i fattori di rischio stessi.

Tra le proposte fatte ai pazienti – 50 al mese a partire da febbraio 2021 – anche programmi personalizzati di attività fisica da remoto, corsi di cucina, indicazioni dietetiche personalizzate, programmi per smettere di fumare, percorsi individualizzati per promuovere uno stile di vita sano e incontri con specialisti in scienze della nutrizione, dietisti, giornalisti enogastronomici e chef.

 

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Una scoperta storica sull’origine del morbo d’Alzheimer

Una scoperta che ha fatto subito il giro del mondo, aprendo nuove frontiere per la cura del morbo d’Alzheimer. Secondo lo studio coordinato dal prof. Marcello D’Amelio e dalla sua Unità di Ricerca di Neuroscienze molecolari, l’origine dell’Alzheimer non risiede nella parte del cervello legata alla memoria, ma in quella deputata all’umore. Una tesi già confermata da una sperimentazione su pazienti svolta dall’Università di Sheffield, in Inghilterra, e che ora, pubblicato su Nature Communications, è uno degli studi più citati nella comunità scientifica internazionale.

Alla ricerca di una cura per l’Alzheimer

Raramente i risultati della ricerca di laboratorio raggiungono rapidamente l’applicazione clinica sul paziente. Non è questo il caso della scoperta del prof. D’Amelio e della sua équipe di ricerca, che potrebbe cambiare presto la vita di chi soffre di questa patologia neurodegenerativa – la più comune forma di demenza – per la quale per ora non esiste cura efficace.

Aprile 2017 – Il team UCBM scopre l’origine dell’Alzheimer

Il team del prof. D’Amelio scopre che l’Area Tegmentale Ventrale (VTA) – un’area del cervello che regola diverse funzioni quali ad esempio quella della gratificazione – va incontro a degenerazione molto prima che si formino le caratteristiche placche di beta-amiloide nelle aree del cervello storicamente associate alla malattia.

Marzo 2018 – Uno studio inglese su pazienti conferma la scoperta

Uno studio dell’Università di Sheffield (Inghilterra) dimostra con tecniche di risonanza magnetica nucleare che la VTA è effettivamente coinvolta nelle fasi precoci di malattia di Alzheimer. È la prima conferma sull’uomo. Il prof. D’Amelio la commenta in un editoriale sul Journal of Alzheimer’s Disease, rivista su cui è pubblicato il lavoro prodotto dal gruppo inglese.

Settembre 2018 – Uno studio italiano aggiunge nuovi dettagli

Uno studio tutto italiano, sotto la spinta del prof. D’Amelio, aggiunge ulteriori dettagli sul coinvolgimento della VTA in pazienti a diverso grado di sviluppo di malattia e che presentano alterazioni delle funzioni non-cognitive (ad esempio apatia, disturbi del sonno e dell’appetito).

Maggio 2018 – Iniziano le ricerche per la sperimentazione di nuovi farmaci

L’americana Alzheimer’s Association assegna al prof. D’Amelio un finanziamento triennale per ulteriori ricerche finalizzate alla sperimentazione preclinica di farmaci capaci di ridurre o addirittura bloccare la degenerazione della VTA. Le ricerche sono attualmente in corso.

Febbraio 2019 – Una ricerca valuta l’efficacia della musica contro l’Alzheimer

Farmindustria decide di sostenere la ricerca del prof. D’Amelio sponsorizzando uno studio non farmacologico. Poiché è noto che l’ascolto di alcuni tipi di musica funge da potente stimolatore della VTA, lo studio punta a stimolarla proprio in questo modo. La ricerca, attualmente in corso, valuterà l’efficacia della musica nel rallentare la progressione del morbo d’Alzheimer.

Giugno 2021 – Trovata la chiave per la diagnosi precoce

Un nuovo studio promosso dall’IRCCS Santa Lucia insieme ai nostri ricercatori e all’Università di Torino ha individuato nelle lesioni dell’area tegmentale ventrale (VTA) la capacità di predire lo sviluppo dell’Alzheimer, scoprendo così una finestra di intervento di due anni prima che la malattia si manifesti. La scoperta ha aperto nuovi importanti scenari per la diagnosi precoce.

L’impegno dei ricercatori continua

L’impegno quotidiano del prof. D’Amelio e del suo team continua quindi in laboratorio, per offrire presto nuove possibilità di cura a quanti soffrono della malattia di Alzheimer: circa il 5% della popolazione mondiale sopra i 60 anni, 1 milione di persone solo in Italia. Un numero che – dato il continuo invecchiamento della popolazione – potrebbe triplicare nei prossimi 40 anni, con costi sociali ed economici elevatissimi. Al lavoro dei nostri ricercatori è rivolta la speranza di tutti i pazienti e soprattutto dei loro cari.

 

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Sono 14 le borse di studio a copertura totale delle tasse universitarie che saranno erogate a studenti meritevoli iscritti al primo anno dei CdL in Infermieristica e Ingegneria Chimica per lo Sviluppo Sostenibile e dei CdL e CdLM in Scienze dell’Alimentazione e della Nutrizione Umana.

Per ciascuno dei nostri 11 Corsi di Laurea e Corsi di Laurea Magistrale sarà inoltre disponibile una borsa di studio a copertura del 50% delle tasse universitarie. Queste borse di studio, finanziate interamente da UCBM, saranno erogate invece sulla base del merito e del reddito.

Una scelta di impegno e responsabilità

Ma il nostro Ateneo non è solo in questo progetto. Fondazione Cattolica Assicurazioni, Banco BPM, Società LIUNI, UBI Banca e Lottomatica hanno infatti deciso di sostenerci “adottando” i nostri studenti più meritevoli. Grazie alla loro scelta, sarà possibile garantire una formazione di qualità ad alcuni dei nostri giovani più brillanti.

 

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Progetti di educazione alimentare in Tanzania

Sono 7 le studentesse del Corso di Laurea magistrale in Scienze dell’Alimentazione e della Nutrizione umana partite il 13 agosto per il monastero di Mvimwala, in Tanzania. In collaborazione con Golfini Rossi Onlus, stanno monitorando lo stato nutrizionale degli alunni della scuola primaria St. Placidus tramite la raccolta di misurazioni antropometriche, per poi intervenire con progetti di educazione alimentare e sulle norme igieniche e sanitarie di base.

In Perù salute e formazione per le donne dei villaggi

Sarà un progetto di cooperazione tutto al femminile quello che vedrà coinvolte quaranta donne in Perù. A partire dal 21 agosto, nella Valle del Cañete, spazio ad attività sociosanitarie e formative a favore della popolazione locale, in collaborazione con Caritas e Condoray.

Il programma dedicherà particolare attenzione alle donne dei villaggi che, come promotoras, saranno in grado di innescare una catena virtuosa di formazione nel territorio. Gli abitanti impareranno inoltre a produrre sapone allo zolfo, efficace per tenere lontani gli acari, particolarmente aggressivi verso i più piccoli. Il lavoro medico-infermieristico sarà infine rivolto a tutta la popolazione locale, sia negli ambulatori della Caritas sia nelle baraccopoli rurali.

Una mobile clinic in Tanzania

Il 28 settembre, a partire per la Tanzania saranno infine cardiologi, neurologi, ginecologi, chirurghi e personale specialistico del nostro Policlinico Universitario, insieme a 20 studenti di Medicina e Chirurgia del nostro Ateneo. Un totale di 35 persone che assicureranno un’assistenza sanitaria minima di base nei villaggi rurali particolarmente isolati intorno al Monastero di Mvimwa.

Affiancheranno i medici locali in un dispensario, attraverso workcamp sanitari e una mobile clinic, vero e proprio ospedale mobile che porterà salute fin nelle aree più sperdute del Paese. Grazie ad accordi sottoscritti da UCBM con il Governatore del Distretto di NkasiCollaboreranno, per gli interventi chirurgici potranno avvalersi della collaborazione del Regional Hospital di Sumbawanga.

Il progetto non terminerà col ritorno in Italia dei professionisti e degli studenti UCBM. Al contrario, sarà preparatorio per successive missioni in cui, collaborando con i medici locali, si riuscirà a garantire continuità nell’attività clinica e chirurgica.

 

Sostieni i nostri Progetti di Cooperazione

Le musiche di W.A. Mozart, E. Grieg, J.S. Bach e J. Strauss saranno le protagoniste del concerto di primavera proposto dall’ensemble cameristico del nostro Ateneo.

Il concerto – a entrata libera – è aperto a tutti.

Una serata musicale pensata dai nostri studenti in memoria di Filippo Baldoni, studente di ingegneria scomparso nel dicembre 2014 a cui è anche stata dedicata una sala prove in UCBM. Un momento semplice ma fortemente sentito soprattutto da quanti avevano conosciuto il giovane, cantante e chitarrista per passione.

 

Musica in campo è il titolo del momento musicale proposto da Giusi Ledda e Maria Teresa Palermo (flauto) insieme a Patrizia Zenga (voce narrante) a sostegno dei nostri progetti di musicoterapia. Per l’occasione, dopo l’introduzione a cura della prof.ssa Rossana Alloni, direttore clinico del nostro Policlinico Universitario, le tre artiste daranno vita a Il flauto magico di Mozart.

L’ingresso è libero, è gradita la prenotazione: +39 06 5034233.