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Dona ora per UCBMNews 6 Mar 2018
Cooperazione, si parte dalla Tanzania
Il nostro Ateneo ha firmato un memorandum of understanding per intraprendere un progetto di cooperazione internazionale in Tanzania. Obiettivo, incidere sul futuro alimentare e agrario del territorio.
L’Università Campus Bio-Medico di Roma rafforza la propria apertura al mondo e, in particolare, al continente africano: lo scorso novembre ha firmato un memorandum of understanding per intraprendere, nei prossimi cinque anni, un progetto di cooperazione internazionale in Tanzania. Obiettivo, lo sviluppo di progetti educativi sul fronte agro-alimentare e la creazione di micro-imprese agricole in un quadrante particolarmente povero e arretrato del Paese africano, attorno al monastero benedettino di Mvimwa, a 100 chilometri dal lago Tanganica.
L’accordo, sottoscritto con il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia agraria (CREA), l’Università di Parma, l’Associazione ‘Golfini Rossi’ Onlus e due atenei africani – la Strathmore University (Kenya) e la St. Joseph University (Tanzania) – consentirà di approfondire scientificamente le abitudini alimentari dei circa 20 mila abitanti della zona. Un territorio che comprende dieci villaggi limitrofi al monastero e in cui si vogliono ora sviluppare progetti di educazione alimentare e alla salute, per migliorare le possibilità di reperimento, produzione, utilizzo e conservazione degli alimenti.
Incidere sul futuro alimentare e agrario
Tra il personale sanitario dei partner coinvolti, l’ospedale pubblico del capoluogo e i dispensari dei villaggi è nata una proficua collaborazione sui temi di malnutrizione e di salute. La ‘pappa di Parma’, formulazione a base di alimenti tipici africani ideata dall’Università di Parma, è stata proposta come utile alternativa per la malnutrizione infantile. Nel contempo, l’obiettivo è anche quello di favorire la nascita di micro-imprese agricole e di incentivare la bio-edilizia per incidere positivamente sulla qualità della vita e della salute della popolazione.
“Già durante quest’anno – precisa la prof.ssa Laura De Gara, delegata del Corso di Laurea magistrale in Scienze dell’Alimentazione e della Nutrizione umana – grazie alla collaborazione di 12 studenti del nostro ateneo, abbiamo iniziato a valutare con test specifici fabbisogni e carenze nutrizionali della popolazione, definendo anche gli standard raggiungibili di qualità delle cucine e delle mense. Inoltre, con il contributo del CREA, abbiamo testato l’efficacia dell’utilizzo di essiccatori a pannelli solari per offrire agli abitanti una miglior conservazione del cibo e abbiamo valutato la qualità dei terreni coltivabili. Grazie alla partnership avviata con la firma di questo memorandum, contiamo di poter continuare a lavorare per incidere in modo significativo sul futuro alimentare e agrario degli abitanti presenti nell’area del monastero”.
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