Sovrano per la ricerca sulle patologie degenerative nell’anziano

A Pasqua, quest’anno, all’impegno dei nostri ricercatori si unisce quello dell’azienda dolciaria Vandacler srl e di tutti coloro che acquisteranno le uova di cioccolato del suo marchio Sovrano. Vandacler srl ha infatti deciso di sostenere le attività di ricerca della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico lanciando la linea di uova di Pasqua a marchio Sovrano.

L’iniziativa commerciale prevede che – oltre a sostenere interamente i costi di produzione, distribuzione e marketing – per ogni uovo di cioccolato venduto l’azienda devolverà 0,30 euro alla Fondazione. I fondi raccolti saranno versati da Vandacler srl alla Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico entro il 30 aprile 2024 e saranno destinati alla ricerca sulle patologie degenerative dell’apparato muscolo-scheletrico nell’anziano.

Le uova di Pasqua Sovrano saranno distribuite online, presso tutti i distributori e nei piccoli e grandi supermercati.

Il 15 giugno 2022 si celebra il ventesimo anniversario dell’Associazione Alberto Sordi, il cui impegno quotidiano a favore delle persone anziane è in continuità con i valori di lungimiranza, umanità e intelligenza dimostrati, nei fatti, da Alberto Sordi e da sua sorella Aurelia, molto sensibili alla qualità di vita degli anziani. L’Associazione Alberto Sordi è oggi attiva con il Centro Diurno e con l’assistenza domiciliare, strutture assistenziali necessarie per un adeguato intervento di cura che coinvolge la famiglia, la rete amicale e il territorio.

Buon Compleanno Alberto è allora una serata evento promossa dalla Fondazione Alberto Sordi, una piacevole e significativa occasione di incontro a cui parteciperanno Tosca, Neri Marcorè, l’Associazione KIKI di Firenze, amici e “compagni di viaggio”.

Aprirà la serata la Banda Musicale del Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale, con un concerto nel piazzale antistante la Fondazione Museo Alberto Sordi.

L’evento desidera raccogliere fondi per l’allestimento della sala multimediale dell’Associazione Alberto Sordi.

Si prega di confermare la propria presenza all’indirizzo e-mail eventi@fondazionealbertosordi.it.

Il Covid-19 ha portato, insieme alla malattia, anche un lungo strascico di problemi di natura socio-economica: dalla perdita del lavoro alla solitudine, dal collasso della prevenzione sanitaria all’interruzione dei sistemi dell’istruzione. Allo stesso tempo, la pandemia ha dimostrato in modo ancora più evidente quanto la nostra impronta sull’ambiente e sul pianeta possa generare effetti a catena disastrosi per l’uomo e per l’intero ecosistema.

La pandemia ha aggravato le diseguaglianze, ha esacerbato le povertà e ne ha create di nuove. Accanto a una inedita crisi sanitaria, ha generato una diffusa situazione di povertà educativa con la più grande interruzione mondiale dei cicli scolastici nella storia dell’ultimo secolo; ha rimarcato le differenze di genere; ha messo in discussione tanti diritti: dalla cura all’eguaglianza di genere, all’istruzione, al lavoro. Non ultimo, ha evidenziato in modo drammatico l’impatto del nostro stile di vita sull’ambiente. “Questa pandemia lascerà a lungo dietro di sé una scia di nuovi e vecchi bisogni a cui rispondere – spiega Rossano Bartoli, portavoce del Comitato Testamento Solidale e Presidente della Lega del Filo d’Oro – ma per farlo, serve il supporto di ciascuno di noi, serve una sorta di vaccino contro l’indifferenza, per stimolare gli anticorpi della generosità e dell’altruismo“.

Un vaccino contro l’indifferenza

Secondo il Comitato Testamento Solidale, coordinamento di 23 tra le più importanti organizzazioni non profit in Italia di cui anche il nostro Ateneo fa parte, a fronte delle tante crisi che la pandemia ha aperto anche sul fronte sociale, economico, culturale e ambientale, esiste quindi un vaccino di straordinaria efficacia e con nessuna controindicazione: la solidarietà.

Il testamento solidale è un importante componente di questo “vaccino contro l’indifferenza”, perché è una risposta altruistica che guarda al bene di chi resta. Soprattutto, è un gesto alla portata di tutti, perché anche con piccole somme o beni si può contribuire a portare sollievo dove c’è una sofferenza o un bisogno, senza ledere in alcun modo gli interessi di eventuali legittimi eredi.

 

Scopri come fare

 

Una buona salute aggiunge vita agli anni. Così, l’allungamento della vita è diventato una delle nostre conquiste più significative. Tuttavia, a livello globale, ci sono poche prove che gli anziani di oggi godano di una salute migliore rispetto alle generazioni precedenti. Molte persone raggiungono un punto della loro vita in cui non possono più prendersi cura di se stesse senza sostegno e assistenza. Molto spesso, a prendersi cura di loro è direttamente il nucleo familiare. Ma a chi si può affidare il nucleo familiare?

Il nostro Ateneo è da sempre attento a sostenere la popolazione più anziana. I nostri ricercatori sono impegnati quotidianamente a migliorarne la qualità della vita attraverso progetti di ricerca contro le patologie correlate all’età e il sostegno di quanti scelgono di destinare il proprio 5×1000 alla Ricerca sulle patologie della terza età. Ma gli sforzi non finiscono qui.

Ankises, uno sportello di ascolto e orientamento

La Fondazione Alberto Sordi ha aperto “Ankises”, uno sportello di ascolto e orientamento affinché le famiglie che hanno nel proprio nucleo anziani fragili o malati cronici possano avere un punto di riferimento per affrontare situazioni critiche o complesse. Sempre più spesso, infatti, accade che gli anziani o le loro famiglie si trovino ad affrontare situazioni emergenziali o percorsi amministrativi senza sapere a quale struttura rivolgersi, né quali possibili modalità risolutive possa offrire una società in continuo mutamento.

Perché “Ankises”? Il nome del progetto rimanda alla figura di Anchise, scappato dalla città di Troia in fiamme sulle spalle del figlio Enea, eroe troiano. Anchise è rappresentato nell’epica classica come genitore amato e rispettato, portatore dei valori della tradizione. Un gesto, quello di Enea, che è quello che compiono quotidianamente tantissime persone, e che il nostro Ateneo e la Fondazione Alberto Sordi vogliono sostenere.

Quando e dove accedere ad Ankises

Lo sportello sarà attivo presso gli uffici della Fondazione Alberto Sordi (via Alvaro del Portillo 5 a Roma) ogni lunedì dalle ore 10 alle 14 e ogni mercoledì dalle 13 alle 17. Attraverso un lavoro di confronto e condivisione, un coordinatore e un gruppo di volontari saranno disponibili gratuitamente per fornire informazioni su servizi e prestazioni, normative e percorsi assistenziali.

È possibile prenotare un appuntamento scrivendo all’indirizzo e-mail ankises@fondazionealbertosordi.it.

Tutti abbiamo conosciuto il Maestro Ennio Morricone per la sua straordinaria capacità di emozionare attraverso le sette note. Pochi invece sanno che dietro a questo geniale talento c’era anche un cuore generoso. Per questo il nostro Ateneo lo ricorderà anche per il suo impegno a favore della ricerca scientifica.

All’origine di tutto fu una caduta accidentale e la conseguente frattura del femore, la notte tra il 2 e il 3 agosto 2015. Morricone aveva 87 anni e dopo alcuni giorni fu operato nel nostro Policlinico Universitario dal prof. Vincenzo Denaro, primario emerito di Ortopedia e Traumatologia. Un infortunio che aveva lasciato tutti col fiato sospeso.

Essere un medico è una missione incredibile” aveva affermato poco tempo dopo il Maestro. “Nel Policlinico Universitario Campus Bio-Medico ho visto il prof. Denaro, gli altri medici e i loro collaboratori prendersi cura con grande attenzione di tutti i malati, compreso me. Se dovessi dedicare un mio brano al prof. Denaro, sceglierei Mission”.

Un gesto per restituire a tanti il bene ricevuto

Un mese dopo l’intervento, la sera del 12 settembre 2015, il Maestro Morricone salì sul palco dell’Arena di Verona per dirigere un concerto davanti a 14 mila spettatori. Un miracolo cui molti avevano temuto di non poter più assistere. E dall’incontro con l’umanità dei nostri medici scaturì successivamente la volontà di sostenerli nella loro missione, proprio attraverso la musica.

Infatti, i proventi del concerto al Foro Italico di Roma del 7 luglio 2016 – incluso nel tour mondiale per il 60° anniversario da compositore e direttore d’orchestra – furono interamente devoluti alla ricerca sulle cellule staminali per le malattie degenerative dell’apparato locomotore. Un gesto di generosità che voleva restituire quanto ricevuto e al tempo stesso sostenere chi è quotidianamente impegnato a trovare nuove soluzioni a favore della salute di tanti.

Grazie, Maestro Morricone!

 

Sostieni anche tu la ricerca scientifica

 

I disordini del cammino sono frequenti nella popolazione anziana e la loro prevalenza aumenta con l’avanzare dell’età. Per questo due progetti dell’Area di Riabilitazione, guidata dalla prof.ssa Silvia Sterzi, mirano ad aiutare gli anziani a camminare con più facilità e sicurezza.

“I disordini del cammino possono avere varie cause. – spiega la dott.ssa Federica Bressi, medico e ricercatrice della stessa area – “Sarcopenia, riduzione della mobilità articolare, minore efficienza della trasmissione neuromuscolare e disturbi cognitivi sono le principali. Numerose anche le conseguenze: dal senso di instabilità nella marcia e dalla riduzione della mobilità, che porta alla perdita di automatismi nel mantenimento dell’equilibrio e dell’indipendenza, fino alla paura di cadere – che immobilizza i pazienti – e alle vere e proprie cadute”.

La dott.ssa Bressi e tutta l’Area di Riabilitazione sono impegnate quotidianamente a ridurre le difficoltà del cammino negli anziani. Per questo lavorano a due diversi progetti di ricerca: il primo all’interno del laboratorio dedicato alla valutazione della deambulazione (BTS Smart System – BTS GWALK), il secondo presso l’ambulatorio e la palestra utilizzati per la valutazione e il trattamento del rischio di caduta e per il training per l’equilibrio (treadmill Walker view).

Il loro contributo scientifico è fondamentale per garantire serenità agli anziani e ai loro cari.

Anche tu puoi sostenerli, destinando il tuo 5×1000 al nostro Ateneo.

Grazie di cuore!

Una serata che avrà come protagoniste storie di straordinaria umanità. Nell’anniversario della nascita del grande attore, la Fondazione Alberto Sordi – promotrice di gesti di solidarietà e di modelli di buone prassi che contribuiscano a umanizzare la società – desidera premiare chi abbia compiuto gesti esemplari di solidarietà e cura nei confronti di uno o più anziani.

I premi, come da tradizione, saranno conferiti da rappresentanti del mondo dello spettacolo.

Subito dopo la premiazione e prima del buffet dinner, prenderà inoltre vita nel Salone delle Fontane Il futuro di ierispettacolo di note e parole a cura di Umberto Broccoli che vedrà al pianoforte il maestro Luca Bernardini. Presenta Benedetta Rinaldi, Giornalista RAI e conduttrice televisiva.

Un metro e 86 centimetri per 110 chili di salute e potenza. Il fisico incute indubbiamente un sano timore reverenziale. Il sorriso, però, è di quelli rassicuranti. L’incontro con Sergio Parisse, campione di rugby, dietro le quinte dello shooting per la nostra campagna 5×1000, è l’occasione per conoscere meglio un campione che tanto e ancor più vuole regalare. Al rugby e non solo.

Sei tra i giocatori con più presenze nella Nazionale italiana: come si raggiunge un traguardo come questo?

Ci vuole sicuramente tantissimo impegno, costanza negli allenamenti e determinazione. Essendomi dedicato in questi anni esclusivamente al rugby, ho cercato di fare grande attenzione, in allenamento e nelle fasi di recupero, ai dettagli che fanno la differenza. Ho sempre fatto tutto per poter dare il massimo in campo. Come si giocano tutte queste partite? Serve serietà, professionalità e anche un pizzico di fortuna, perché in uno sport come il nostro gli infortuni sono dietro l’angolo.

Che cosa significa per te ‘giocare di squadra’?

È semplice: nel rugby le individualità sono importanti solo se si mettono al servizio del collettivo, perché nessuno vince le partite da solo. C’è bisogno dell’aiuto di tutti i compagni. È lo sport in cui ‘fare squadra’ per eccellenza. Come nella vita, perché, in fondo, è lo stesso: tante volte si hanno le capacità, le abilità per svolgere bene un certo lavoro o rapportarsi con le persone, ma poi c’è bisogno di qualcuno che ci dia una mano. Abbiamo bisogno di persone importanti nella nostra vita per andare avanti. Non si fa fortuna senza il sostegno degli altri. Un po’ come su un campo di rugby.

Il rapporto con il tuo fisico: come lo vivi adesso, rispetto a 10 anni fa?

Il rugby è cambiato moltissimo. Oggi è fondamentale avere una forma fisica ottimale. Tanti elementi che dieci anni fa trascuravo, come il recupero, il fatto di dormire bene ed essere attento all’alimentazione, non posso più eluderli. D’altra parte, da ragazzino, dopo ogni partita recuperavo più velocemente, il lunedì ero già fresco e pronto per la gara successiva. Oggi, sicuramente impiego un po’ di più a smaltire le tossine… Tra l’altro, giocare tantissime partite e prendere tutte le botte che ho preso mi costringe a stare sempre più attento ai fattori esterni.

Qual è il tuo rapporto con gli anni che passano?

Molto positivo: con il tempo ho acquisito tanta esperienza e ho dietro le spalle innumerevoli situazioni di stress, emozioni, partite vinte o perse. Quindi, approccio in modo molto più pacato e sereno le sfide importanti rispetto a qualche anno fa. Certo, l’adrenalina, la voglia e l’emozione sono sempre forti, ma dopo aver vissuto tanti pre o post-partita, magari per una finale, oggi riesco a gestire meglio le mie energie mentali. Da giovane, mentalmente, spendevo tantissimo già solo al pensiero della gara.

È vero che il venerdì dei pre-partita hai un appuntamento fisso con una bistecca? Quanto è grande?

La bistecca è sempre oltre 1 kg e 300 grammi… è un’abitudine ormai, vado dal mio macellaio di fiducia a Parigi e devo dire che non potrei farne a meno.

Come sarà Sergio Parisse tra 30 anni?

Spero di star bene fisicamente e, soprattutto, di essere ancora in salute. Certo, non potrò più giocare a rugby, ma mi auguro di rimanere in quest’ambito, perché è la mia grande passione. Magari da allenatore: per trasmettere le mie conoscenze ed esperienze ai giocatori più giovani che vogliono intraprendere questa carriera.

Nell’anniversario della nascita del grande attore, alcuni rappresentanti del mondo dello spettacolo consegneranno il Premio Alberto Sordi alla solidarietà a una persona, una famiglia, una figura professionale, un gruppo di persone che si sono distinte per gesti di solidarietà in favore degli anziani.

L’evento è promosso dalla Fondazione Alberto Sordi, ente sostenitore dell’Università Campus Bio-Medico di Roma che si dedica alla cura e all’assistenza qualificata delle persone anziane, ma anche alla difesa della loro dignità e del loro diritto alla qualità della vita.

Il premio Alberto Sordi alla Solidarietà 2018 darà quindi visibilità e voce a storie sommerse di sostegno alla popolazione anziana, per alimentare un processo virtuoso di autentica umanità.

Prima del conferimento del premio, la Fondazione Alberto Sordi propone un convegno su I servizi territoriali per gli anziani: modelli organizzativi e nuove forme di finanziamento. Prenderanno parte al dibattito i principali attori coinvolti nel sostegno alla popolazione anziana.

Uno studio pilota condotto su 11 pazienti con malattia di Parkinson aggiunge un nuovo tassello alle evidenze scientifiche finora raccolte sull’efficacia dell’AMPS (stimolazione automatica meccanica periferica), una tecnica di stimolazione plantare erogata con il dispositivo medico Gondola, che attiva alcune aree cerebrali deputate al movimento.

Lo studio è stato svolto dal dott. Carlo Cosimo Quattrocchi, Ricercatore di Diagnostica per Immagini e Neuroradiologia del nostro Ateneo, sotto il coordinamento del prof. Fabrizio Stocchi, Responsabile del Centro per la cura e la diagnosi del Parkinson dell’IRCCS San Raffaele di Roma.

I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista scientifica PlosOne, dimostrano che la AMPS determina una maggiore attivazione delle regioni cerebrali coinvolte nella gestione del movimento e nell’analisi dello spazio circostante.

“La stimolazione automatica meccanica periferica – commenta Carlo Quattrocchi – ha un effetto su quelle aree cerebrali che nei pazienti parkinsoniani vengono abitualmente reclutate per compensare i deficit conseguenti alla malattia. Dopo una singola stimolazione migliorano velocità di cammino, equilibro e cadenza dei passi. Resta da dimostrare quali pazienti con Parkinson possono ottenere maggiori benefici da questa terapia e la durata degli effetti osservati sui sintomi motori”.