Prosegue il progetto di musicoterapia, iniziativa che ogni quarto giovedì del mese porta la musica tra i pazienti e il personale medico del nostro Policlinico Universitario. A suonare sarà stavolta il quartetto di sassofoni Hall Saxophone Quartet.

Protagonista del terzo appuntamento del 2018 con la musica nel nostro Policlinico Universitario sarà il trio d’archi formato da Ruggiero Sfregola, Ilona Balint e Francesco Di Donna.

Con questo appuntamento prosegue il progetto di musicoterapia che ogni quarto giovedì del mese allieta i pazienti e il personale medico.

Prosegue il progetto di musicoterapia, iniziativa che ogni quarto giovedì del mese porta la musica tra i pazienti e il personale medico del Policlinico Universitario. Protagonista stavolta il violoncello di Giacomo Menna.

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100 guanti in lattice o 1000 puntali per micro pipette, 1000 provette, 100 camici monouso, 200 mascherine sterili, 1 micro pipetta a volume variabile e 1 bilancia tecnica. Sono alcuni esempi concreti di ciò che potremo acquistare grazie alla tua donazione di 20, 50, 75, 100, 150 o 250 euro.

La donazione non ha un valore esclusivamente filantropico: porta in sé i concetti di reciprocità, investimento e cambiamento. Effettuando una donazione all’Università Campus Bio-Medico di Roma o alla Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, contribuisci alla trasformazione positiva della comunità in cui vivi, attraverso il lavoro quotidiano di chi si impegna in prima linea nella ricerca scientifica, nell’assistenza sanitaria e nella formazione universitaria.

Una donazione è importante, il sostegno continuo è indispensabile

Se scegli di donare in modo continuativo, sarà come averti al nostro fianco giorno dopo giorno. Potremo contare su risorse preziose per pianificare al meglio le nostre attività, garantendo così ai progetti di formazione, ricerca e assistenza clinica la possibilità di un miglioramento costante e continuo nel tempo.

 

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A fianco delle donne contro il tumore al seno

Nel 2022 sono state quasi 56 mila le donne che, in Italia, hanno ricevuto una diagnosi di tumore al seno, con un incremento dello 0,5% rispetto al 2020. Il tumore della mammella è la patologia neoplastica a più alta prevalenza tra le donne (834.154 casi, il 43% del totale). Basti pensare che ad oggi, in Italia, 834.000 donne ha una diagnosi di tumore della mammella. Un numero che non è dovuto però solo ad un aumento dell’incidenza della patologia, ma anche all’elevata sopravvivenza e quindi alla riduzione della mortalità. In particolar modo, nel 2020 si è osservata una riduzione del 6,4% dei decessi rispetto al 2015.

La Breast Unit della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico segue le donne che lottano contro il tumore al seno nell’intero percorso della malattia, attraverso un team interdisciplinare di specialisti dedicati e secondo i più alti standard europei.

Individuata nel 2016 dalla Regione Lazio come centro di riferimento per la diagnosi e il trattamento del tumore al seno, la nostra Breast Unit è costantemente impegnata a garantire livelli assistenziali di elevata qualità, ma anche a contribuire in modo significativo alla lotta al carcinoma mammario attraverso la ricerca scientifica.

Ogni anno, la direzione scientifica della Breast Unit promuove la pedalata solidale Bicinrosa per sottolineare l’importanza della prevenzione del tumore al seno attraverso lo sport e una dieta sana.

Un team multidisciplinare per una diagnosi in 24 ore

La Breast Unit è coordinata dal prof. Vittorio Altomare, responsabile dell’Unità di Senologia, e si avvale di un team di specialisti provenienti da diverse aree: Oncologia medica, Diagnostica per immagini, Radioterapia oncologica, Anatomia patologica, Chirurgia plastica e ricostruttiva, Psicologia clinica.

Le pazienti vengono indirizzate alla Breast Unit dai centri di screening del territorio, dai medici di famiglia e dagli specialisti (radiologi, ginecologi, oncologi), ma anche dai servizi ambulatoriali del policlinico universitario stesso (visite senologiche, diagnostica per immagini, programmi di screening per giovani donne e pazienti ad alto rischio).

In particolare, sempre presso il nostro policlinico universitario è attivo un ambulatorio open cui può rivolgersi chiunque abbia una diagnosi sospetta di tumore al seno, senza necessità di prenotazione ed esibendo semplicemente l’impegnativa del medico di famiglia per visita senologica. Le pazienti vengono sottoposte alle indagini necessarie (ecografia, RX mammografia e agoaspirato) il giorno stesso e ricevono la diagnosi in sole 24 ore.

Prevenire il tumore al polmone in 6 secondi

Con la campagna di prevenzione del tumore al polmone Un respiro per la vita, l’Unità di Chirurgia toracica della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, in collaborazione con la Fondazione Un respiro per la vita Onlus, offre ai fumatori di età non inferiore ai 55 anni l’opportunità di controllare gratuitamente lo stato di salute dei propri polmoni mediante tomografia computerizzata spirale a basso dosaggio, una tecnica diagnostica che permette di scannerizzare l’organismo ottenendo immagini dettagliate.

Anni di studi sperimentali condotti in Italia e negli Stati Uniti hanno dimostrato la possibilità di individuare, grazie alla TC spirale, formazioni neoplastiche anche inferiori a 5 millimetri e quindi facilmente asportabili in modo radicale e altamente conservativo. L’esame è la più recente metodica applicata per la prevenzione del tumore al polmone, dura solo 6 secondi e il referto viene consegnato in giornata, nel corso di una visita specialistica gratuita di chirurgia toracica.

Prevenzione del tumore al polmone in oltre 4 mila pazienti

Ogni anno sono diagnosticati in Italia dai 35 mila ai 40 mila nuovi casi di carcinoma polmonare. La possibilità di guarigione e i tempi di sopravvivenza dipendono largamente dalla tempestività di diagnosi e terapia: il fumo di tabacco è il più grave fattore di rischio per il carcinoma polmonare, ma i sintomi vengono spesso notati quanto la malattia è in fase ormai avanzata. Per questo la prevenzione del tumore al polmone è fondamentale.

Da giugno 2011 ad oggi si sono sottoposti allo screening di prevenzione del tumore al polmone oltre 5 mila pazienti. Di questi, 95 hanno ricevuto una diagnosi di neoplasia polmonare a uno stadio precocissimo e sono stati quindi sottoposti a intervento chirurgico con un approccio mininvasivo: grazie a Un respiro per la vita, hanno scoperto in tempo la malattia.

Purtroppo, attualmente la TC spirale non è coperta dal Servizio Sanitario Nazionale. Per questo l’attività di prevenzione del tumore al polmone di Un respiro per la vita è possibile solo grazie all’attività gratuita di molti medici del nostro policlinico universitario e al tuo aiuto.

Garantire uno screening costa solo 40 euro, salvare una vita non ha prezzo.

 

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Curare con le note

La musica e, più in generale, l’espressione musicale su cui si fonda la musicoterapia rappresentano un linguaggio universale capace di andare oltre le parole, favorire il dialogo, veicolare e comunicare emozioni. La musicoterapia si pone come strumento di supporto particolarmente versatile e per questo adeguato a diverse situazioni e patologie. I suoi ambiti di intervento comprendono la prevenzione, la riabilitazione e il sostegno al contatto con le proprie risorse interne, specie se bloccate per particolari situazioni critiche.

All’interno della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, l’utilizzo della musicoterapia rientra nel più ampio progetto di cura del paziente nell’unità dei suoi bisogni materiali e spirituali e, al tempo stesso, è al servizio degli operatori che svolgono il delicato compito di prendersi cura dell’altro. Quando è attivata come facilitatore per la condivisione, il contenimento e l’espressione dei propri bisogni, la musicoterapia può aiutare infatti a prevenire il burnout, limitando le conseguenze che sul piano personale, lavorativo e sociale questa sindrome comporta.

Concerti nella hall e nei reparti

Promossi dalla Direzione Clinica e dalla Direzione della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico ogni quarto giovedì del mese, i concerti nella hall coinvolgono musicisti volontari e allietano pazienti e personale medico. I musicisti invitati eseguono brani di generi diversi prima nella hall e poi nei reparti, dove incontrano i pazienti e i loro familiari. Prevedono inoltre una replica per il personale che svolge la sua attività lontano dal contatto diretto con il pubblico.

Musica durante la chemioterapia

L’attesa che precede la somministrazione della chemioterapia è connotata da elevati livelli di ansia. La musica, usata secondo opportuni accorgimenti e nel rispetto delle procedure, permette di alleggerire lo stato di preoccupazione o di distrarre dalle terapie in corso. Poiché le terapie antitumorali – erogate all’interno del policlinico universitario in regime SSN – possono durare fino a otto ore, i pazienti hanno a disposizione una piccola biblioteca e un servizio di musicoterapia con nove cuffie collegate a dispositivi per la riproduzione di file musicali.

Incontri individuali di musicoterapia

Presso i reparti di Ematologia e di Oncologia, i musicoterapisti offrono incontri individuali settimanali, dopo aver ottenuto il consenso del paziente e con le dovute accortezze di profilassi igienica. La musicoterapia, in questi casi, è uno strumento importante per sostenere i pazienti nel loro percorso di malattia così altalenante e doloroso, favorendone la compliance al progetto di cura che li riguarda, in collaborazione con il personale.

Prevenire la demenza senile

La prevenzione della demenza senile nell’anziano fragile è uno degli obiettivi attualmente all’attenzione della sanità nazionale, anche per gli elevati costi sociali ed economici che questa sindrome comporta. L’attivazione di alcuni processi propri della musicoterapia può rallentare il processo di degenerazione neurologica e mettere in moto le risorse alternative. In questo caso, il progetto è realizzato in collaborazione con la Fondazione Alberto Sordi presso il Centro per la Salute dell’Anziano (CESA).

Il tumore più frequente nelle donne

Nelle donne, più di 4 tumori su 10 riguardano il seno: il carcinoma mammario è la patologia neoplastica a più alta prevalenza tra le donne. Attualmente in Italia vivono oltre 830 mila donne che hanno avuto una diagnosi di tumore al seno. Quasi 56.000 solo nel 2022.

Il notevole tasso di incidenza del tumore al seno sembra dovuto a cambiamenti nelle abitudini di vita e a mutamenti negli schemi sociologici. Si stima infatti che l’aumento del peso corporeo e l’inattività fisica, il fumo e l’alimentazione non corretta siano alcuni dei fattori di rischio che possono incidere fino al 25-33% nei casi di carcinoma alla mammella.

Al contrario, alcune ricerche hanno dimostrato che l’attività fisica riduce il rischio di sviluppare il tumore al seno e la percentuale di mortalità dopo la diagnosi.

L’impegno della nostra Breast Unit

Il tema dell’incidenza del cancro al seno nelle donne è una sfida sanitaria non più dilazionabile. La Breast Unit della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico è costantemente impegnata non solo a garantire livelli assistenziali di elevata qualità, ma anche a contribuire in modo significativo alla lotta al carcinoma mammario attraverso la ricerca scientifica.

Il suo interesse è sempre rivolto ad ambiti innovativi: le nuove frontiere del trattamento personalizzato del tumore al seno, lo studio del comportamento biologico dei tumori e delle cellule tumorali circolanti, il supporto clinico-scientifico del rischio eredo-familiare nella popolazione ad alto rischio, le nuove metodiche per combattere l’alopecia chemio-indotta.

Individuata nel 2016 dalla Regione Lazio come centro di riferimento per la diagnosi e il trattamento del tumore al seno, la nostra Breast Unit si avvale di un team specialistico interdisciplinare guidato dal prof. Vittorio Altomare. In autunno, promuove la pedalata solidale Bicinrosa, per sottolineare l’importanza della prevenzione attraverso lo sport e una dieta sana.

Cellule staminali per bloccare la degenerazione del disco

Non si sente spesso parlare di ricerca sulla colonna vertebrale, ma le patologie che colpiscono quest’ultima sono una delle cause più frequenti di invalidità tra le persone in età lavorativa.

Nella maggior parte dei casi è la lesione del disco intervertebrale a causare artrosi, ernie del disco, instabilità e perdita dei rapporti tra le vertebre. Un danno che si manifesta con la perdita dell’acqua e delle sostanze contenute in questo vero e proprio ammortizzatore che permette di ricevere i pesi caricati sulla colonna vertebrale.

Per questo, l’obiettivo della ricerca sulla colonna vertebrale condotta dalla nostra Unità di Ricerca di Ortopedia è reidratare il nucleo del disco attraverso il contatto con le cellule staminali.

Una cell factory per la ricerca sulla colonna vertebrale

Dopo una prima fase sperimentale, i nostri ricercatori stanno ora perfezionando tecniche microchirurgiche per bloccare la degenerazione del disco danneggiato. Tuttavia la quantità di cellule staminali prelevabili da un individuo è ridotta: per questo occorre favorire la loro riproduzione prima dell’impianto.

La ricerca sulla colonna vertebrale UCBM punta allora a creare un ambiente di riproduzione cellulare, una cell factory in house che, al costo di 300 mila euro, permetterà la sperimentazione su 15 individui nei prossimi 2 anni, all’interno di un progetto multicentrico internazionale.

Un obiettivo ambizioso, ma fondamentale per la ricerca sulla colonna vertebrale e di conseguenza per la salute di molti. Una sfida cui ha già contribuito anche la grande generosità del Maestro Ennio Morricone, ma per la quale c’è ancora bisogno del tuo sostegno.

Tornare alla normalità dopo un ictus

L’ictus in Italia colpisce una persona ogni tre minuti. È la terza causa di morte e la prima di disabilità per la popolazione adulta. Dopo un ictus la riabilitazione neuromotoria permette di ottenere importanti miglioramenti, ma spesso il recupero è incompleto. Per questo la ricerca sull’ictus è fondamentale.

Stimolazione nervosa non invasiva, robot e realtà virtuale

Da anni la nostra ricerca sull’ictus è impegnata in campo neurologico, fisiatrico e bio-ingegneristico a sviluppare approcci innovativi per il recupero funzionale a seguito dell’ictus.

“Partendo da studi sulle tecniche di stimolazione nervosa non invasiva, come quella cerebrale elettromagnetica e quella vagale transcutanea, stiamo mettendo a punto protocolli innovativi per potenziare le capacità di recupero del cervello umano dopo un ictus”. È il prof. Vincenzo Di Lazzaro, Primario di Neurologia, a spiegare lo stato di avanzamento della ricerca, che prevede tra l’altro – accanto alla stimolazione nervosa non invasiva – l’ausilio di sistemi robotici e dispositivi connessi alla realtà virtuale.

Facilitare il recupero post ictus

In particolare, i protocolli innovativi messi a punto dai nostri ricercatori partono da studi iniziali molto promettenti e puntano a caratterizzare da un punto di vista funzionale il danno cerebrale conseguente all’ictus, individuando le strutture sopravvissute e potenziandone la funzione.

L’obiettivo è migliorare le performance motorie e il recupero dell’autonomia nella quotidianità, per consentire un più adeguato reinserimento sociale e familiare del paziente.