News 6 Mar 2018

Mal di schiena, i possibili rimedi

Sedentarietà, posture non ergonomiche e stress. Ma anche patologie preesistenti quali scoliosi, cifosi e osteocondrosi giovanili. Qualsiasi sia la sua causa, prevenire la cronicizzazione della lombalgia è possibile. Ecco come.

Dolore, contrattura muscolare e rigidità alla zona lombare: sono questi i principali sintomi della lombalgia, disturbo estremamente frequente in età adulta, con massima incidenza in soggetti tra i 40-50 anni di età di entrambi i sessi.

Nel 95% dei casi le cause di questo disturbo sono di tipo meccanico, derivanti da squilibri statici e dinamici che determinano contratture dei muscoli paravertebrali e artrosi delle articolazioni intervertebrali. I principali fattori di rischio sono rappresentati da sedentarietà, posture non ergonomiche e stress, ma anche da patologie preesistenti quali scoliosi, cifosi e osteocondrosi giovanili. Tutti fattori che, se trascurati, specialmente in gravidanza o in età avanzata, possono causare un peggioramento delle condizioni del paziente. Circa l’80% della popolazione è colpito da lombalgia almeno una volta durante la vita e oltre il 30% è trattato in modo inadeguato o in ritardo.

Riabilitazione e terapie strumentali per contrastare il dolore

“Per prevenire la cronicizzazione del problema è importante limitare al minimo il riposo a letto e iniziare subito un programma di riabilitazione – spiega la prof. ssa Silvia Sterzi, responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Fisica e Riabilitazione del Policlinico Universitario –. Esercizi specifici eseguiti correttamente non solo non aggravano la patologia, ma assumono un ruolo chiave nel trattamento della sintomatologia dolorosa, garantendo l’integrità del sistema muscolo-scheletrico”.

In fase acuta terapie strumentali quali Tecar, InterX e laserterapia riducono l’infiammazione e di conseguenza il dolore, mentre la rieducazione posturale (Mezieres, Souchard, Feldenkrais) è fondamentale per ridurre al minimo le riacutizzazioni. “Spesso i pazienti giungono quando il dolore è già in fase cronica – conclude Sterzi – È importante invece ricorrere al medico fisiatra quanto prima per agire tempestivamente”.

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